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ROMA – Draghi al Quirinale? Ecco quanto è concreta questa ipotesi. Il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, parlando con Bruno Vespa per il libro “Perché Mussolini rovinò l’Italia (e perché Draghi la sta risanando)”, ha detto che l’attuale premier “potrebbe guidare il convoglio anche dal Quirinale”:
“Già nell’autunno del 2020 dissi che la soluzione sarebbe stata confermare Mattarella ancora per un anno – afferma Giorgetti – se questo non è possibile, va bene Draghi. Draghi potrebbe guidare il convoglio (il governo, ndr) anche da fuori. Sarebbe un semipresidenzialismo de facto”.
Il ministri degli Esteri Luigi di Maio preferirebbe evitare di “togliere” Draghi da Palazzo Chigi, ma è comunque possibilista per il Quirinale:
“La destra non usi il Colle per ricattare il Paese con il voto anticipato – ha detto l’ex capo politico del M5S – Raggiungerebbe l’unico, inaccettabile, obiettivo di bloccare la ripresa”.
Draghi al Quirinale? Ecco quanto è concreta questa ipotesi
Il leader della Lega Matteo Salvini, invece, voterebbe Draghi capo dello stato “anche domattina. Ma sul Quirinale gli scenari cambiano ogni momento. Draghi è certamente una risorsa per il Paese, ma non so se voglia andarci; anche se ci andasse, non credo che ci sarebbero le elezioni anticipate”.
Rimane sempre in piedi l’ipotesi Silvio Berlusconi. Il deputato di Forza Italia Gianfranco Rotondi ha spiegato che “sul Quirinale i due leader della destra sono stati correttissimi con Berlusconi. Non è un doppio gioco: si cerca sempre una soluzione unitaria nelle prime tre votazioni e questa può essere solo Draghi, onestamente. La candidatura di Berlusconi sopravviene in quarta votazione, nel caso in cui le forze politiche non raggiungano un’intesa unanime. E in questo caso, Salvini e Meloni hanno già detto che sosterranno Berlusconi. A me basta, francamente”.