Forti tensioni per i dazi USA che entreranno in vigore a partire da mezzanotte (ora statunitense). Verranno applicati sulle importazioni di acciaio e alluminio da Europa, Canada e Messico.
I dazi di Trump e i pericoli per l’economia internazionale
La frustrazione degli alleati americani nei confronti dell’ultima manovra dell’amministrazione Trump è evidente e complica il vertice dei ministri finanziari e dei governatori delle banche centrali, chiamati a facilitare il dialogo in vista del summit dei capi di stato di Charlevoix.
Il dialogo è tutt’altro che facile in quanto la politica dell’America di Trump e lo schiaffo inaspettato dei dazi sono difficili da digerire. Christine Lagarde, direttore generale del Fmi, avverte che saranno le classi più povere a pagare maggiormente le spese di questa decisione.
Gli scambi commerciali sono il motore della crescita mondiale e fermarli rischia di avere conseguenze sulla ripresa, che già procede faticosamente nonostante il colossale debito privato e pubblico.
Fra i paesi maggiormente a rischio vi è, senza dubbio, l’ Italia’ la cui ricrescita potrebbe essere fortemente compromessa dai dazi USA.
Il segretario al Tesoro americano, Steven Mnuchin, ha avuto un incontro bilaterale con il ministro delle Finanze tedesco Olaf Scholz a margine del G7 dei ministri finanziari e dei governatori delle banche centrali.
Secondo il ministro Scholz i dazi che gli Stati Uniti hanno deciso di attuare unilateralmente sono sbagliati e illegali in quanto infrangono regole fissate a livello internazionale. E, precisa, che l’Unione Europea reagirà in modo forte e intelligente.
Conseguenze dei dazi per l’ Italia
Il segretario al Tesoro americano, Steven Mnuchin, dal canto suo, risponde di non essere assolutamente preoccupato per la situazione italiana. Sottolinea l’importanza che l’Italia resti nell’euro e nell’UE al fine di creare condizioni di collaborazione e non di ostilità. Si mostra fiducioso nei confronti del neo governo Conte al quale va data un’opportunità.
L’ex ministro dell’ Economia Pier Carlo Padoan non parteciperà al G7 dei ministri finanziari e dei governatori delle banche centrali. Partito dall’Italia per partecipare all’incontro, Padoan ha deciso di tornare indietro durante uno scalo tecnico per motivi istituzionali, una volta appresa la notizia sui tempi del giuramento del nuovo governo. Nella delegazione italiana al vertice c’è invece il governatore di Bankitalia Ignazio Visco che cercherà di far valere gli interessi italiani anche in merito alla questione “dazi“.