Fase 2 e mobilità green, una possibile soluzione. Italia in quarantena fino al 3 maggio ma già si pensa e si organizza il futuro prossimo
Uno dei punti di cui si discute sono i trasporti quindi: la fase 2 e mobilità green possono andare d’accordo? Questa è una domanda da porsi.
Infatti l’evoluzione del trasporto verso la sostenibilità era in fase di lancio avanzata, poi il Coronavirus ha sospeso tutto e qualcuno si chiede da dove si può ripartire.
Sicuramente la scelta di una mobilità green può essere una soluzione amata anche dal nostro ambiente che vedrà così ridursi anche i livelli di inquinamento.
Per molti dunque il nesso può esserci anzi, deve esserci così come chiede Legambiente; l’associazione infatti ha scritto una lettera ai sindaci:
Per superare l’emergenza Coronavirus e per far ripartire le città italiane servono risposte e soluzioni eccezionali.
Cari Sindaci, non vi limitate all’ordinario, non restituiteci le vecchie città. Il vostro mestiere richiede visione di futuro, soluzioni inedite, capacità di guidare la comunità verso frontiere nuove.
E oggi che tutti abbiamo sperimentato una condizione eccezionale, non c’è momento migliore per osare lo straordinario. Insieme ce la possiamo fare.
In tal senso quindi l’associazione ha stilato 5 misure concrete per attuare la fase 2 attraverso la mobilità green:
- Sicuri sui mezzi pubblici
La necessità qui è programmare con attenzione le corse, garantire le distanze di sicurezza; bisognerà ripensare anche gli orari della città per evitare congestione e traffico nelle ore di punta.
Sarà inoltre fondamentale un continuo e attento monitoraggio, sia dei mezzi che delle stazioni; qui si dovranno introdurre controlli e tornelli per contingentare gli ingressi oltre a garantire una quotidiana sanificazione.
- Più persone in bici e percorsi ciclabili nuovi
I Comuni si possono preparare, in modo da avere progetti seri da candidare e un piano da cui “si evinca la volontà di procedere allo sviluppo strategico della rete ciclabile urbana”, come sottolinea la Legge; in modo che nel 2021 possano partire i cantieri.
E che si tratti di reti ciclabili fatte bene, magari copiando il format della Bicipolitana di Pesaro e replicandolo ovunque.
- Rafforzare la sharing mobility
Cioè l’utilizzo di bici, e-bike, scooter elettrici e monopattini. I Comuni dovranno quindi stringere accordi con le imprese per avere più mezzi e in più quartieri, a costi molto più contenuti.
- Aiutare i cittadini a rottamare l’auto e scegliere la mobilità sostenibile
Cosa aspetta il Ministero dell’Ambiente a mettere a disposizione i fondi per “Programma Buoni di mobilità” previsti dal decreto Clima approvato a dicembre scorso?
Sono previsti 75 milioni per il 2020 e 180 milioni di euro per le annualità successive.
Si tratta di 1.500 euro alle famiglie che rottamano una vecchia auto che non può più circolare (Euro3 o più inquinante); oppure 500 euro per un vecchio ciclomotore, per acquistare abbonamenti, e-bike e sharing mobility.
- Più smart working
Ai sindaci Legambiente chiede di spingere sul lavoro agile per riorganizzare il lavoro dell’amministrazione pubblica e aiutare tutte le attività che scelgono di andare in questa direzione.
Il post Codiv-19 anche con il trasporto sostenibile, un nesso che può essere sfruttato anche perché la soluzione green vede crescere il suo mercato
A fare il punto sullo scenario è stato dunque Repower con la quarta edizione del White Paper La mobilità sostenibile e veicoli elettrici, elaborato prima dell’emergenza Covid-19.
Da qui si evince cioè che una crescita dell’82% (gennaio 2020 rispetto allo stesso mese 2019) del numero di immatricolazioni delle auto ibride intese nella totalità di gamma che rappresentano il 10% del mercato.
Ancora meglio le auto green “pure”: +586,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, con 1.943 unità.