Grazie alla Fattura elettronica nei primi 2 mesi 2019 l’Agenzia delle Entrate scopre frodi
Roma, lì 19/03/2019 – Falsi crediti IVA scoperti grazie alla fattura elettronica nei primi 2 mesi 2019.
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Gli esperti che operano nell’Agenzia delle Entrate, esaminando le fatture elettroniche, sono riusciti a scoprire numerosi frodi portate a termine con diversi il modus operandi; dunque, grazie all’esame del flusso dati transitato sul portale Fatture e Corrispettivi l’Agenzia delle Entrate è riuscita a risalire ai soggetti coinvolti nella frode.
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Successivamente all’entrata in vigore della fattura elettronica, l’Agenzia delle Entrate riesce a scovare 37 contribuenti operanti nel settore nel commercio all’ingrosso di prodotti petroliferi; La rete era ben sviluppata, infatti le sedi erano situate in:
- 7 regioni;
- ed in particolare 11 province.
La Fattura elettronica nei primi 2 mesi 2019 ha fatto emergere: sedi inesistenti, acquisti fittizi, falsi crediti IVA
Un team di oltre 100 verificatori hanno dato vita ad una quadratura dei dati e parallelamente hanno effettuato accessi in tutta Italia, scoprendo:
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sedi inesistenti;
-
poi attività economiche assenti;
- ed anche acquisti fittizi per importi notevoli.
L’incrocio dei dati ha evidenziato:
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ingenti crediti Iva nelle dichiarazioni annuali;
-
inoltre assenza di fatture in acquisto nel portale Fatture e corrispettivi;
- infine fatture di acquisto emesse da soggetti con un elevato profilo di rischio.
Facendo leva sulle analisi del rischio basate su e-fatture e dati del portale Fatture e corrispettivi l’Agenzia delle Entrate:
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ha intercettato acquisti fittizi per 3,2 miliardi di euro;
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e quindi bloccato falsi crediti Iva per 688 milioni di euro.
Inoltre sono stati evidenziati inserimenti in dichiarazione di operazioni imponibili per importi rilevanti; quindi lo scopo è quello di generare crediti Iva falsi o poter effettuare compensazioni, anche con accollo dei debiti di altre società.
Generazione dei falsi crediti nella dichiarazione Iva:
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dichiarando importi esigui di vendite a fronte di importi elevati di acquisti inesistenti;
- inoltre dichiarando vendite non imponibili a fronte di importi elevati di acquisti inesistenti.
Già bloccati 656 milioni di euro: non potranno essere usati in compensazione.
I restanti sono in corso di recupero da parte delle Direzioni regionali dell’Agenzia delle Entrate. I risultati comunicati alle Procure competenti.
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