Il censimento dei cinghiali è possibile, lo studio. La ricerca dell’Istituto dei sistemi complessi del Cnr e dell’Istituto per la ricerca e la protezione ambientale
Una vera e propria emergenza dunque in molte zone del paese ma pare ora che il censimento dei cinghiali sia possibile.
Un problema infatti che affligge molti agricoltori italiani in alcuni casi impossibilitati a proteggersi dagli attacchi di questi animali.
Pare però che sia possibile stimare e analizzare la popolazione dei cinghiali in Italia dimostrando l’efficacia del Distance Sampling mediante visori termici.
Nel dettaglio lo studio, pubblicato sulla rivista Wildlife Biology, è stato condotto in condizioni ambientali molto diverse; che vanno cioè dai boschi mediterranei del Monte Arcosu (Sardegna) alle aree agricole di gran pregio nei Colli Euganei (Veneto).
Fino alle quote maggiori della montagna appenninica (Foreste Casentinesi, Toscana ed Emilia Romagna): tutti ambienti fortemente influenzati dalla presenza del Cinghiale.
In merito al censimento spiega dunque Stefano Focardi del Cnr-Isc responsabile della ricerca:
La disponibilità di stime delle popolazioni può permettere di programmare efficacemente le azioni di controllo necessarie al contenimento della specie e di valutare quanto tali azioni siano state efficaci.
Un problema potenzialmente molto serio invece è la diffusione della peste suina africana, che può severamente impattare negativamente la suinicoltura europea.
Ecco perchè la disponibilità di metodi precisi per la stima delle popolazioni può essere estremamente rilevante per la formulazione delle mappe di rischio.
A proposito di mondo animale, un importante cambiamento viene dai grandi carnivori che stanno ricolonizzando gran parte della loro storica area di distribuzione in Europa
Dopo esser spinti sull’orlo dell’estinzione nel secolo scorso, negli ultimi decenni infatti linci, lupi e orsi stanno ricolonizzando l’Europa; complici il cambiamento nell’uso del suolo e la diversa densità di popolazione, ma non la graduale espansione delle aree protette
È quanto emerge dal recente studio condotto da un gruppo internazionale di 11 paesi coordinato da ricercatori del Dipartimento di Biologia e biotecnologie della Sapienza Università di Roma e del Cnr.