In questi giorni, dopo l’attentato al bus pieno di bambini, nella politica italiana si è tornato a parlare della Ius soli. Ad esprimere le loro posizioni, sono stati sia il vice premier Di Maio sia Matteo Salvini. Di Maio, ospite ad Agorà, trasmissione andata in onda su Rai 3, ha affermato: “Oggi lo ius soli non è nell’agenda del governo, questi temi sono da affrontare a livello europeo. Se vogliamo affrontare il tema della cittadinanza europea tutti gli Stati insieme per me va bene”. Il vice premier ha inoltre precisato che il tema della cittadinanza per i bambini nati nel nostro Paese “non è nel contratto“.
Matteo Salvini invece, ospite a Mattino 5 ha dichiarato: “Quello che mi ha dato fastidio in queste ore da parte di qualche intellettualone di sinistra è che ha tentato di giustificare l’autista del bus che ha sequestrato una cinquantina di bambini e ha dato fuoco al mezzo. Se espelli gli immigrati clandestini e poi li giustifichi , se riduci gli sbarchi e contrasti gli scafisti qualcuno si arrabbia, questa è un’idea folle. Difendere la sicurezza e i confini del mio Paese non può essere l’alibi per nessun delinquente di prendere in ostaggio un solo bambino. Quindi chi la pensa così vada a prendersi il Maalox“.
Ius soli, il caso Rami
Per quel che riguarda invece il caso Rami, ossia il bambino egiziano nato a Milano che sul bus ha dato l’allarme salvando i compagni, i due vice premier concordano. La procedura per il caso di Rami è comunque stata avviata dalla prefettura di Cremona, che ha richiesto al Comune di Crema il certificato di nascita del ragazzo per valutare la concessione della cittadinanza. Nel frattempo, il sindaco di Crema, Stefania Bonaldi, ha voluto sottolineare come sia stato “corale” il comportamento degli alunni: “C’era chi distraeva l’attentatore, chi contribuiva a nasconde i telefoni. Credo sia stato il messaggio più importante: si sono salvati insieme”.