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NAPOLI – Di Maio dice la sua sul Mes. Infatti il ministro degli Esteri è intervenuto sul tema a margine della cerimonia di inaugurazione della sede di Napoli di Cassa Depositi e Prestiti. E Di Maio, parlando con i giornalisti, ha detto quanto segue:
“Il tema non è il Mes in sé, ma se sia un salva Stati o uno stritola Stati. Ieri abbiamo avuto una riunione del gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle e siamo tutti d’accordo sul fatto che questo accordo deve essere migliorato”.
A Napoli c’era anche Paola De Micheli, ministro delle Infrastrutture, che si è espressa in questi termini riguardo al fondo Salva Stati:
“Penso che la nostra posizione sia una: garantire l’Italia. Prima di tutto ci dobbiamo occupare di garantire il nostro Paese, la nostra situazione finanziaria e il nostro assetto di bilancio. Ho parlato con il nostro ministro dell’Economia, credo che ci chiariremo sui contenuti quanto prima. Il negoziato che è stato portato avanti ha dato i risultati che il ministro Gualtieri ha illustrato in Parlamento qualche giorno fa”.
Di Maio dice la sua sul Mes
Oltre a quella di Luigi Di Maio va registrata anche la posizione del premier Giuseppe Conte, che al Forum Eusalp a Milano ha voluto sottolineare:
“E’ appropriata la proposta della Commissione Ue che apre alla possibilità che i programmi di ‘mainstream’ supportino la cooperazione promossa dalle Strategie macro-regionali”. I Governi centrali e locali sono chiamati, in vista del prossimo Quadro Finanziario Pluriennale, a un forte impegno ad assicurare un’efficace performance nell’utilizzo dei fondi comunitari”.
Questo, invece, quanto ha affermato il leader della Lega, Matteo Salvini, conversando con i cronisti fuori alla Camera dei Deputati:
“Prima di sottoscrivere qualunque accordo bisogna tornare in Parlamento perchè il Parlamento disse che non si firma nulla, noi non abbiamo cambiato idea e se anche il Cinque Stelle non lo ha fatto Conte non è autorizzato a firmare nulla. La Lega manterrà la sua posizione se i Cinque Stelle si allineeranno al Pd a favore di un fondo ammazza Stati quantomeno lo vitino in Parlamento”.