Lo sport in sicurezza

Lo sport in sicurezza, le discipline più a rischio

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Lo sport in sicurezza, le discipline più a rischio. Il report consegnato dal Coni al ministro dello Sport con le indicazioni del Politecnico di Torino

La ripresa non è e non sarà semplice, garantire lo sport in sicurezza è una priorità ecco perché è stato stilato il report grazie all’università di Torino.

Un documento di 404 pagine che contiene altresì le raccomandazioni della Federazione medico sportiva italiana.

Lo Sport riparte in sicurezza è quindi il documento che analizza il livello di rischio delle varie discipline sportive

Il criterio dunque prevede griglie che definiscono da 0 a 4 livelli di sicurezza: 0 inesistente, 1 scarso, 2 medio, 3 alto, 4 elevato.

Nello schema elaborato si nota come pallavolo rugby e basket sono le discipline è più a rischio con un livello che si aggira tra 3,1 e 2,2.

Tra gli sport con rischio contagio quasi a zero, ci sono: golf, sci alpino, tennis e la ginnastica artistica che nelle voci “impianto sportivo” e “campo di allenamento” è addirittura a 0.

Un report dunque di cui bisogna tener conto se si vuole far ripartire lo sport nel segno della sicurezza; il tal senso nel medesimo viene precisata la necessità di:

  • effettuare allenamenti con gruppi chiusi,
  • praticare tamponi 48 ore prima di ogni gara,
  • obbligo di mascherina,
  • distanziamento sociale in panchina.

In merito alla questione sicurezza è intervento anche il presidente Aic Damiano Tommasi ospite di Tutti convocati su Radio 24:

Ci preoccupa il fatto che non è ancora validato il protocollo per gli allenamenti del calcio, che dovrebbero ripartire il 18 maggio.

Bisogna studiarne subito un altro per consentire gli allenamenti individuali nei centri sportivi della società.

Allenarsi e giocare in modo sicuro, aspetto che molti stati d’Europa non possono garantire come la Francia che chiude il campionato

In Italia invece si registra la presa di posizione del presidente dalla Figc Gravina:

Non firmerò mai per il blocco dei campionati, perché sarebbe la morte del calcio italiano.

Mi auguro che il mondo del calcio, che ha un impatto altamente sociale nel nostro Paese, possa ripartire con minori individualismi.

Il piano B in caso di stop definitivo del calcio? Il mio senso di responsabilità mi porta ad avere un piano B, C, D.

 

 

 

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Autore dell'articolo: Redazione Webmagazine24