Sono 107 migranti a bordo della Open Arms, nave facente capo ad una Ong spagnola, da 19 giorni in cerca di un porto dove sbarcare. La Spagna concede un porto in Andalusia, ma viene considerato troppo distante. Arrivano quindi nuove autorizzazioni di sbarco presso i porti di Palma di Maiorca e Minorca, decisamente più vicini, ed infine presso il porto di Algeciras, vicino a Gibilterra.
LO STRANO CASO DELLA OPEN ARMS
La nave raccoglie in acque libiche 147 immigrati e attiva ricorso al Tar del Lazio chiedendo di entrare in acque italiane. Il Tar dispone la sospensione del divieto di ingresso nelle acque italiane emanato dal ministero degli interni.
Intanto dalla nave vengono fatti scendere 27 presunti minori (8 dei quali sarebbero in realtà maggiorenni, come appurato dalle loro stesse dichiarazioni rese in terraferma) e 13 malati per i quali è stata chiesta l’emergenza sanitaria e igienico-sanitaria. Le condizioni precarie di salute vengono però smentite dal responsabile del poliambulatorio di Lampedusa, Francesco Cascio, che a seguito di una ispezione ordinata dalla Procura, della durata di tre ore, conclude affermando che i migranti in questione “non avevano nessuna patologia”, soltanto uno di loro “aveva un otite”. Non sembrano registrarsi casi di criticità igienico-sanitarie; sono presenti casi di scabbia.
L’assenza di un’emergenza sanitaria potrebbe estendere il periodo di permanenza a bordo della Open Arms, anche se i migranti sono provati psicologicamente. Cinque passeggeri si sono gettati in mare muniti di salvagenti per tentare di raggiungere l’isola di Lampedusa a nuoto. Sono stati ricondotti sulla nave. È abbastanza verosimile la possibilità che la faccenda abbia il fine intrinseco di sfidare l’Italia per convincerla ad aprire i porti ad ogni costo. Se la priorità fosse stata la salvaguardia dei migranti, la nave battente bandiera spagnola si sarebbe diretta in Spagna senza esitazioni.
Insomma la soluzione del porto sicuro esiste, ma viene rifiutata asserendo che << dopo 17 giorni in mare i migranti non sono in grado di affrontare un viaggio così lungo>>.
La Posizione dell’Italia
L’Italia di fatto non ha ancora dato le autorizzazioni, ma il ministro Toninelli si è reso disponibile a portare i migranti con la Guardia Costiera presso il porto iberico. Sembrerebbe un nuovo caso Diciotti. Nel 2018 la nave Diciotti scortò la Acquarius per ben 290 mila euro.
Per quale motivo la Ong non vuole sbarcare in Spagna? Probabilmente a causa delle leggi di Sanchez, primo ministro del governo spagnolo, considerate più severe e ostili rispetto al decreto salviniano Sicurezza bis. Bisogna considerare, inoltre, che le multe da pagare in Spagna sono molto più onerose arrivando fino a 900mila euro a fronte dei 50mila comminati dal governo nostrano.
1Inoltre in Spagna si rischia il sequestro della nave. L’anno scorso è già successo che il governo iberico bloccasse lo scafo contestando una serie di violazioni. Il sospetto che si voglia costruire un caso mediatico è avvalorato dal diniego de La Valletta allo sbarco e dal silenzio della Spagna per 17 giorni.
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E intanto c’è già in arrivo un’altra nave carica di migranti, la Ocean Viking di Sos Méditerranee e Medici Senza Frontiere che dieci giorni fa ha soccorso 356 persone e si è direzionata verso Malta che ha rifiutato lo sbarco e verso l’Italia che non ha risposto. La mancanza di accordi e convenzioni in materia comporterà il ripetersi di queste situazioni di stallo. Le Ong sono sempre più preoccupate per il loro futuro minato dalle multe salate da pagare, dal sequestro eventuale della nave e dall’incriminazione del comandante.