Solo una moglie gelosa poteva fare luce su 42 “furbetti” ora indagati dopo la sua segnalazione. Si tratta dell’anno 2016, la segnalazione di una signora ha portato agli arresti di undici i dipendenti che sono stati posti ai domiciliari.
Moglie gelosa “sgamma” gruppo di assenteisti
Ebbene è certo, in Italia abbiamo anche questo primato. Mariti dediti alle scappatelle avete i giorni contati, le vostre donne vi osservano e non temono di denunciare. E’ successo a Palermo, dove una signora che credeva di essere tradita dal marito, ha esposto la questione alla Guardia di Finanza.
L’uomo ed alcuni suoi colleghi, dipendenti dell’Assessorato alla Salute della Regione siciliana, erano soliti timbrare a turno i cartellini propri ed altrui e poi dedicarsi ai propri interessi. Dopo l’intervento delle fiamme gialle, ecco il risultato: 42 indagati, tra cui 11 arrestati.
Complice una chiamata arrivata, due anni fa, al 117, dalla moglie di uno dei dipendenti dell’assessorato i cui movimenti risultavano sospetti alla signora. Tra i “furbetti” c’erano anche due coniugi che si proteggevano a vicenda, mentre l’uno o l’altra andava a prendere a scuola i figli.
Le telecamere hanno filato tutte le scene
Le telecamere che la Finanza aveva piazzato hanno immortalato anche la convivente di un impiegato che si intrufolava nello stabile dell’ assessorato per timbrare la fine del turno di lavoro. Naturalmente il suo compagno era a tutt’altre faccende affaccendato!
“Quello che impressiona in questa indagine iniziata nel 2016, Alessandro Coscarelli, comandante del Gruppo di Palermo della Gdf, è il numero di impiegati finiti nell’inchiesta: 42 su 200 che con disinvoltura hanno segnato 400 ore mai rese.
“L’indagine è iniziata dopo una segnalazione molto circostanziata fatta al 117 sull’assenza costante di alcuni dipendenti. Poi le indagini sono riuscite a ricostruire il fenomeno e le modalità con le quali i dipendenti riuscivano, grazie ad una rete di complicità, a garantire la presenza mentre si trovavano fuori per sbrigare faccende private”.
Assenteismo e ritardi al lavoro
Alcuni degli indagati sono stati individuati. Molti di loro risultavano in servizio, ma invece erano presenti al lavoro con circa 3 ore di ritardo. Prima si occupavano di portare a casa la spesa o di andare dal parrucchiere, anche fuori Palermo.
Pedinamenti, microspie hanno permesso di fare luce sul fenomeno dei cosiddetti dipendenti “fantasma“. Truffa aggravata, accesso abusivo al sistema informatico e false attestazioni e certificazioni sono i reati a cui gli assenteisti dovranno rispondere.
La moglie gelosa che si credeva tradita dal marito, dopo avere portato a galla l’assenteismo, è riuscita a scoprire se davvero l’uomo usava le ore di lavoro per nascondere le sue scappatelle presunte. Alla fine si è scoperto che l’uomo era fedele ed andava a spasso con i suoi colleghi anch’essi assenteisti a fare shopping.