La malattia di Alzheimer
La malattia di Alzheimer è una patologia neurodegenerativa a decorso cronico e progressivo. Rientra tra le forme di demenza senile e anzi è proprio la causa più comune di demenza nella popolazione anziana. Generalmente la malattia si manifesta in età avanzata, ma è possibile anche un esordio precoce. I soggetti affetti da questa patologia riescono nelle prime fasi della malattia ad essere indipendenti. Successivamente, e col peggiorare della sintomatologia, per i pazienti è necessario affidarsi a dei caregiver.
I soggetti con diagnosi di malattia di Alzheimer possono avere difficoltà ad affrontare la stessa diagnosi e di conseguenza aver bisogno di supporto. Spesso familiari e amici desiderano essere presenti e d’aiuto, ma evitano di interagire con la persona affetta dalla patologia per paura di avere un impatto negativo sull’umore. Questo aspetto promuove a volte un senso di isolamento e stigma e può danneggiare l’autostima del soggetto con malattia di Alzheimer.
Di seguito sono raccolte alcuni spunti su cui riflettere e delle percezioni errate, ma comuni, a proposito della patologia.
L’autonomia del soggetto con malattia di Alzheimer
Grazie ad una migliore sorveglianza, negli ultimi anni si riesce spesso ad arrivare ad una diagnosi già nelle prime fasi di malattia. È importante riconoscere che i soggetti che si trovano ad uno stadio iniziale sono ancora in grado di vivere in modo indipendente ed hanno obiettivi che potrebbero voler raggiungere. Sia familiari che operatori sanitari possono aiutare le persone affette da malattia di Alzheimer a pianificare il futuro, al fine di mantenere una buona qualità della vita man mano che la loro malattia progredisce.
La malattia non definisce la persona
I soggetti affetti dalla patologia mantengono un senso di sé fino agli stadi finali della demenza e i membri della famiglia dovrebbero fare attenzione a non vederli semplicemente attraverso il filtro della loro malattia. La patologia non altera le preferenze della persona per attività o relazioni. Questi soggetti continuano anzi ad apprezzare attività significative della vita quotidiana, compreso l’incontro con familiari e amici, fino alle fasi successive della malattia.
La fluttuazione dei sintomi
I sintomi della malattia di Alzheimer possono variare da un momento ad un altro. In determinati giorni, una persona può mostrare una migliore funzione cognitiva e un umore migliore. Al contrario, lo stesso individuo può mostrare sintomi più gravi, che comportano ansia, agitazione, irritabilità e aumento della ripetizione delle parole. Pertanto, gli stessi familiari dovrebbero essere consapevoli del fatto che determinati comportamenti potrebbero essere al di fuori del controllo del soggetto e dovrebbero essere pazienti.
Alzheimer precoce
Sebbene la patologia colpisca soprattutto soggetti di età superiore ai 65 anni, i soggetti più giovani rappresentano circa il 5-10% di tutti i casi di malattia di Alzheimer. L’insorgenza di questa patologia in individui di età inferiore ai 65 anni è indicata come malattia di Alzheimer ad esordio precoce. L’idea che questa condizione possa colpire solo individui più anziani può indurre i giovani ad ignorare i sintomi precoci della patologia e ritardare la ricerca dell’aiuto necessario. Una diagnosi tempestiva e precoce può aiutare ad iniziare il trattamento il prima possibile e a ritardare la progressione della malattia.
La comunicazione diretta
I familiari del soggetto con diagnosi di malattia di Alzheimer, così come altre persone vicine, potrebbero non essere sicuri di come reagire alla stessa diagnosi. Ciò può portare a conversazioni di confronto che spesso si svolgono anche in presenza della persona affetta dalla malattia. Anche queste conversazioni possono rafforzare un senso di solitudine e vergogna negli individui con malattia di Alzheimer. Invece, è più probabile che parlare direttamente con il soggetto coinvolto possa essere visto come un gesto premuroso.
Evitare il giudizio
La negazione è una reazione comune tra familiari e amici di individui che hanno ricevuto una recente diagnosi di malattia di Alzheimer. Spesso possono esserci commenti che alludono al fatto che l’individuo possa essere troppo giovane per una diagnosi di questo tipo. Chiaramente questi commenti, seppur non fatti per ferire il soggetto, possono essere percepiti nella maniera sbagliata. Bisogna sempre tener conto di ciò che il soggetto affetto da questa patologia si trova ad affrontare anche a livello psicologico.
Fonte: Medicalnewstoday