Alzheimer: individuato il meccanismo

Alzheimer: individuato il meccanismo che lo scatena

Condividi su:

 

Alzheimer: individuato il meccanismo che lo  scatena e che accelera la morte dei neuroni.

L’Alzheimer è la più nota causa di demenza, che va a danneggiare le cellule e le connessioni cerebrali; provocando nel tempo, un declino progressivo delle funzioni cognitive.

Rappresenta, nella fattispecie, circa il 60% dei casi legati all’infermità.  Eppure, a distanza di poche ore, un nuovo dettaglio sulla malattia si annovera fra le conoscenze scientifiche.

Infatti è stato determinato il funzionamento che va a velocizzare la morte delle cellule nervose nella malattia;

Si tratta delle sequenze di DNA che regolano l’attività dei geni e che mantengono attivo e giovane il cervello; in questo caso, nella funzione cerebrale, vanno a perdersi  più rapidamente. Di contro, l’attività dei geni che formano placche tossiche per i neuroni vengono accelerate durante il processo.

Questo fondamentale passaggio riguardante la malattia, è reso pubblico sulla famosa rivista NATURE COMMUNICATIONS dal gruppo dell’Istituto americano Van Andel, coordinato da Viviane Labrie. E va a giocare un ruolo decisamente fondamentale  per  le diagnosi e gli eventuali futuri strumenti per combattere questa grave patologia.

[adrotate banner=”37″]

Alzheimer: individuato il meccanismo che lo  scatena, lo studio e le previsioni future

Durante lo studio sulle sequenze di DNA, i ricercatori hanno tracciato una marcatura esaminando sia l’età che l’ambiente che può influenzare (aumentando o diminuendo) l’attività di un numero consistente di geni cerebrali. La ricerca ha preso in esame degli interruttori confrontandoli tra pazienti sani e malati. Questi, che si accendono e si spengono, soprattutto nei pazienti malati, hanno dato modo di osservare una progressiva perdita di sequenze di DNA nelle varie fasi della malattia.

“Il risultato è che le cellule nervose di chi è malato si comportano come se fossero più vecchie; diventando sempre più vulnerabili all’Alzheimer”, ha spiegato Labrie.

“Adesso che abbiamo una migliore comprensione dei fattori molecolari che portano alla malattia – conclude l’esperta – potremmo in futuro utilizzarli per individuare nuove possibili strategie terapeutiche”.

Secondo l’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità), si stima che nel mondo i malati di Alzheimer sono circa 44 milioni;  cifra non indifferente, soprattutto se consideriamo che, agli albori del 2050 potrebbe diventare di ben 135 milioni. Tutto, per quanto ovvio, dovuto al graduale invecchiamento della popolazione mondiale.

Consiglio: leggi anche l’articolo Formaggelle: scoperti Batteri Trentini antistress; batteri aiutano a combattere lo stress; e sono presenti in formaggi a latte crudo prodotti in provincia di Trento.

Fonte Immagine: pixabay.com

 

Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere informato iscriviti al nostro Canale Telegram o
seguici su Google News
.
Inoltre per supportarci puoi consigliare l'articolo utilizzando uno dei pulsanti qui sotto, se vuoi
segnalare un refuso Contattaci qui .


Autore dell'articolo: Redazione Webmagazine24