Depressione e Alzheimer hanno origini genetiche comuni.
In Italia, gli ultrasessantenni sono pari al 22% della popolazione, che annovera il Bel Paese tra il più longevo d’Europa. Considerando tale incidenza, si stima che il morbo di Alzheimer (AD) colpisca circa 600 Mila italiani, destinati a salire per via dell’invecchiamento della popolazione. Su base statistica, inoltre, solo negli Stati Uniti, la malattia colpisce quasi 6 milioni di persone.
I ricercatori, in merito ai dati epidemiologici, hanno a lungo collegato la depressione con il morbo; il più famoso tra le malattie neurodegenerative caratterizzato da demenza progressiva.
Un nuovo studio identifica alcuni fattori genetici comuni sia nella depressione sia nella malattia di Alzheimer. Soprattutto, gli scienziati hanno scoperto che la depressione ha giocato un ruolo causale nello sviluppo dello stesso; e quelli con depressione grave hanno sperimentato un declino più veloce della memoria. Lo studio appare in Biological Psychiatry, pubblicato da Elsevier.
Depressione e Alzheimer: ne parlano i ricercatori
Co-autrice senior Aliza Wingo, MD, della Emory University School of Medicine, Atlanta, USA, ha commentato così lo studio:
“Aumenta la possibilità che ci siano geni che contribuiscono a entrambe le malattie. Mentre la base genetica condivisa è piccola, i risultati suggeriscono un potenziale ruolo causale della depressione sulla demenza”.
Gli autori hanno eseguito un GWAS (genome-wide association study), una tecnica che analizza l’intero genoma per aree di comunanza associate a particolari condizioni. Il GWAS ha identificato 28 proteine del cervello e 75 trascrizioni – i messaggi che codificano le proteine – che erano associati con la depressione. Tra questi, 46 trascrizioni e 7 proteine erano anche associate con i sintomi di AD. I dati suggeriscono una base genetica condivisa per le due malattie, che può guidare l’aumento del rischio di AD associato alla depressione.
Anche se studi precedenti avevano esaminato la depressione e l’Alzheimer utilizzando il GWAS,. il lavoro attuale è poi rinforzato utilizzando set di dati più grandi e, recentemente disponibili, che hanno rivelato informazioni più dettagliate.
“Questo studio rivela una relazione tra depressione e malattia di Alzheimer; e poi anche demenza correlata a livello genetico”. Ha detto il co-autore senior Thomas Wingo, MD.
“Tutto ciò è importante perché può spiegare, almeno in parte, l’associazione epidemiologica ben stabilita tra depressione e il rischio più elevato di demenza”.
Il dottor A. Wingo ha aggiunto:
“Questa relazione solleva un problema: ovvero se il trattamento della depressione può mitigare il rischio di demenza. Abbiamo identificato i geni che possono spiegare la relazione tra depressione e demenza che meritano ulteriori studi. Tali geni possono essere importanti obiettivi di trattamento sia per la depressione che per la riduzione del rischio di demenza”.
“I costi della depressione, trattata in modo inefficace, continuano a salire. C’è stata una crescente dimostrazione che il disturbo depressivo maggiore aumenta il rischio di malattia di Alzheimer, ma poca conoscenza di questo rapporto”; ha sottolineato John Krystal, MD, Editor di Biological Psychiatry.
“L’attuale studio, molto innovativo, che collega i meccanismi di rischio genetico ai cambiamenti molecolari nel cervello,. fornisce il collegamento più chiaro fino ad oggi a sostegno dell’ipotesi che la depressione gioca un ruolo causale nella biologia della malattia di Alzheimer”.
Questo non significa che se uno ha un episodio di depressione la demenza è una conseguenza inevitabile. Invece, suggerisce che la depressione, inefficacemente trattata, può aggravare la biologia della malattia di Alzheimer; accelerando, potenzialmente, l’insorgenza dei sintomi e aumentando il tasso di declino funzionale.