Esordio discografico – finalmente diranno in molti – di Nicole Stella. Per Nicole Stella televisione e talent ma anche tanti live e collaborazioni. Una sintesi assai di superficie per spiegare in breve quanto importante sia un esordio che arriva ad aversi solo dopo aver camminato per lunghi tratti di strada, formandosi, per quel che è possibile, una proprio coscienza e un proprio capitale artistico.
La giovanissima Nicole Stella, certamente ancora molto giovane ma già piena di esperienze; sforna un lavoro dal titolo “Dov’è oro quel che luccica” con 10 inediti alcuni scritti a 4 mani con altri autori ed altri di proprio pugno come “Sospiriamo” – uno dei primi brani scritti in italiano – che si adagia in un volo a planare in questa melodia tutta italiana (ovviamente) che sospira di sogni sull’amore non vissuto… oppure la chiusura della tracklist dal titolo “The Blue Eyed Bride” in cui troviamo proprio il primo brano scritto da Stella, unica canzone in lingua inglese, un poco epica nella narrazione di questa favola popolare, un poco di gran gala e un poco sposa la direzione di quelle grandi liriche teatrali alla Celine Dion.
Ma c’è tanta farina nuova in questa voce fresca del pop d’autore italiano che vede e misura con grande maturità la scena che la circonda. Il singolo e il video di lancio “Vediamoci là” dimostra coerenza ed è una canzone che forse più di tutte sposa una voglia d’America che si percepisce in ogni angolo del disco di Nicole Stella. Belle sensazioni di pulito insomma…
Un esordio che in copertina mostra tante maschere. Un messaggio velato contro la società?
Più che un messaggio contro la società è uno studio; tutto ciò che non ho avuto il coraggio di dire e che ho scritto in musica, togliendomi io stessa delle maschere. Da questa presa di coscienza solo personale è derivata appunto, una consapevolezza generale, delle tante cose che spesso vengono pensate, pensate fino a stare male, ma mai esternate. Alla luce di ciò, conosciamo davvero chi ci sta intorno? Sappiamo davvero come si sentono, cosa provano sotto la loro maschera? Ecco questo è un po’ il concept del disco, e si capisce bene in “Vediamoci là”. “Là” è proprio quel luogo e quel momento ideale in cui le maschere cessano di esistere, ma chissà dove e quando sarà.
Un disco che punta molto al cantautorato pop di un certo livello. Una produzione che punta alla grande comunicazione lasciando però viva e vegeta la tua personalità. Sei d’accordo oppure hai dovuto accogliere compromessi ben maggiori?
Sì credo che il disco mi rappresenti molto nelle mie varie sfaccettature musicali, nei miei momenti più malinconici e più sbarazzini. Il’album spazia tra vari generi e sicuramente mi ha aiutata molto ad indirizzarmi in un genere preciso per il futuro che però prima non avrei saputo definire, quindi no, nessun compromesso.
Parafrasando il titolo del tuo disco: dunque esiste oro dove vediamo luccicare? O è un esortazione a portarcelo?
È facile rispondere a questa domanda dopo aver ascoltato il brano da cui è tratto questo titolo ovvero “Vediamoci là”; canzone che invita un interlocutore misterioso all’incontro in un luogo di pace, di tranquillità, dove il rumore del mondo è attutito, il mare non lo senti, i cani non abbaiano e dov’è oro quel che luccica. Insomma un moderno Eldorado in cui non c’è più bisogno di coprire i pensieri con maschere e travestimenti e come ho detto è proprio questo il concept dell’album. È proprio il disco il luogo in cui io smaschero pensieri e ricordi legati alla mia vita personale.
In genere, ad opera finita, ti sei mai chiesta se questo disco somigliasse un poco a chi sei veramente oppure è davvero distante dal tuo quotidiano?
Riprendo quanto detto in precedenza affermando che sì, è distante dal mio quotidiano proprio perché è uno “smascherarmi” nella musica. Chi mi conosce sa che ho la battuta pronta ma restia nel momento di dire cosa provo di fronte ad una X situazione. È proprio per questo che il disco è importante per me, perché consiste nell’abbattere dei miei limiti grazie alla musica.
E da esordiente ti chiedo: oggi, visto come gira la comunicazione, che senso restituisci ad un disco?
Guardando come gira la comunicazione, nessuno dovrebbe più pubblicare dischi. Io sono ancora molto affezionata al materiale più che al digitale; credo ancora che il miglior modo per investire su un artista emergente ed entrare davvero nella sua musica sia comprarne il disco.