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“Quando posso andare in pensione?” Questa domanda è quasi un chiodo fisso per ciascun lavoratore. E si fa sempre più martellante man mano che l’età avanza e si avvicina la probabile uscita dal mondo del lavoro.
La risposta non può essere uguale per tutti, dipendendo da varianti che differiscono per ogni singola fattispecie lavorativa e contributiva. Inoltre se consideriamo l’eventuale uscita anticipata dal lavoro questa non può che essere una scelta personale, da effettuarsi previa valutazione della priorità che si vuole dare ai pro e ai contro: meglio non subire più lo stress fisico e psicologico a cui sottopone il lavoro e perdere una parte dell’importo pensionistico o continuare a lavorare ancora qualche anno per potersi godere una pensione più ricca?
In ogni caso anche qualora si optasse per una forma pensionistica anticipata occorre comunque rispettare determinati requisiti.
Esiste poi anche la possibilità di andare in pensione con 15 anni di contributi, sempre previo rispetto di precise condizioni.
Come conoscere la propria situazione contributiva
Chi sta pensando di andare in pensione per prima cosa deve conoscere la propria situazione contributiva. In autonomia si può accedere alla propria area riservata sul sito dell’Inps con le credenziali Spid, e andare alla voce ‘fascicolo previdenziale’ o ‘estratto assicurativo’.
Per essere però ancora più sicuri dei contributi versati è bene richiedere l’Ecocert (estratto contributivo certificato), sempre autonomamente o rivolgendosi ad un ufficio territoriale Inps o ad un patronato.
Solo così si può avere una visione chiara dei contributi maturati per poter considerare l’uscita dal mondo del lavoro.
Pensione, come richiederla con 15 anni di contributi
E se si avessero 15 anni di contributi? Si può aspirare ad andare in pensione? La risposta è affermativa. Questa possibilità costituisce una deroga alla pensione di vecchiaia, normalmente raggiungibile a 67 anni d’età unitamente a 20 anni di contributi.
Fu la Legge Amato a prevedere l’uscita con 15 anni di contributi (ossia 780 settimane) purchè l’intera contribuzione sia stata raggiunta entro il 31 dicembre 1992. Come viene specificato dal sito del Patronato Acli “valgono i contributi volontari, obbligatori, figurativi, da riscatto e ricongiunzione, ecc., e occorre essere iscritto al Fondo lavoratori dipendenti o alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi dell’INPS. Sono inclusi anche gli iscritti ex Inpdap, ex Enpals, ex Ipost. “