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Non poteva non tornare alla ribalta il tormentone del ponte sullo stretto di Messina. Sulla scena politica questa tematica è stata più volte contesa dalle compagini berlusconiane (e non solo), senza arrivare mai a qualcosa di concreto. E stavolta a rilanciarne la proposta è stato Salvini, che lo ha inserito nel programma della Lega e che ritiene possa finalmente diventare realtà.
Ma sarà la volta buona? Tanti sono stati i progetti presentati nel corso degli anni ma mai nessuno è stato realmente avviato. Sicuramente la mancanza di fondi sufficienti l’ha sempre fatta da padrone, ma forse l’interesse alla concreta realizzazione è sempre svanito una volta terminata la campagna elettorale.
Cerchiamo allora di capire da dove nasce l’idea del ponte sullo stretto e a che punto siamo.
Dai Romani ad oggi
L’opera incompiuta più famosa d’Italia torna d’attualità in questa nuova tornata elettorale. Ma forse non tutti sanno che non è solo un cavallo di battaglia politico. I primi a pensarci realmente furono infatti i romani.
Tra antichi documenti storici è emerso che nel ‘Naturalis Historia’ il console romano Cecilio Metello aveva raccontato che nel 251 a.C. aveva provato a trasportare da Messina a Reggio Calabria un centinaio di elefanti da guerra attraverso un collegamento fatto di navi e botti galleggianti. Sicuramente siamo di fronte ad un’idea di ‘ponte’ rudimentale, che già però denotava l’interesse ad unire la penisola alla Sicilia.
Nei secoli successivi pare che ci avesse pensato anche Carlo Magno, ma non sembra ci siano elementi che facciano pensare ad un tentativo concreto.
Sono seguiti poi lunghi periodi di silenzio, per poi tornare sull’idea di un ponte sullo stretto intorno al 1870 con l’Onorevole Giuseppe Zanardelli, e inseguito anche nel periodo fascista. Le idee sono dovute però naufragare con lo sfociare dei conflitti bellici.
Veniamo allora alla fase repubblicana. Importante fu il progetto del 1952 dell’ingegnere americano Steinman, e la costituzione, appena dopo, del Gruppo Ponte di Messina Spa. Finchè nel 1969 sembrava essere imboccata la strada giusta con l’indizione del ‘Concorso internazionale di idee’ , durante il quale furono presentati ben 143 progetti, di cui 3 furono considerati degni di nota: un ponte sospeso classico, un ponte ‘di Archimede’ (a mezz’acqua) e un ponte ‘strallato’ con l’impalcatura retta da una serie di cavi ancorati a piloni di sostegno.
Da allora si sono susseguiti altri progetti e svariate promesse elettorali, soprattutto da parte del filone berlusconiano, con garanzie di completamento della costruzione prima del 2000.
Oggi siamo nel 2022 e i lavori non sono ancora iniziati, ma continua ad attirare attenzione il rilancio dell’idea del ponte sullo stretto.
Quindi a che punto siamo col ponte sullo stretto? E quali sono le criticità?
L’ultimo progetto presentato di recente è quello che vede la realizzazione di un ponte con una campata unica da 3.300 m, con un percorso di 40 km fatto di raccordi stradali e ferroviari quasi interamente in galleria.
La soluzione di creare un tunnel subalveo sembra però la migliore sia in termini di costi sia in termini di velocità di percorrenza e di affidabilità.
Le criticità che comunque vanno tenute presenti e studiate riguardano principalmente la profondità del fondale (dai 70 metri ai 2.000 metri), la presenza di correnti marine molto forti e la presenza di un sistema di faglie tra i più pericolosi in Europa.
Dal punto di vista poi dei finanziamenti proprio quest’anno è arrivata una buona notizia: grazie al Recovery Plan attuato dal Governo Draghi, al Mezzogiorno andranno 33,8 miliardi di euro di investimenti, che potrebbero essere seriamente utili alla costruzione del ponte sullo stretto. E, come se non bastasse, per la realizzazione si è fatta avanti WeBuild, la società che ricostruì il Ponte Morandi, proponendo una tempistica pari a 6 anni e la creazione di più di 100mila posti di lavoro.
Salvini oggi ci riprova col ponte sullo stretto
Sul ponte sullo stretto stavolta è voluto intervenire Salvini, che assicura come possa divenire finalmente realtà.
Il leader della Lega ha voluto anche fornire qualche ulteriore dettaglio. Come ha infatti dichiarato a Zona Bianca, su rete 4, il ponte sarebbe finanziato da privati , e darebbe “un’immagine pazzesca all’Italia”, portando l’ingegneria italiana “agli occhi del mondo”.
Null’altro è stato aggiunto. Sarà la volta buona?