smart working contro il coronavirus

Smart working contro il Coronavirus, la scelta delle aziende

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Smart working contro il Coronavirus, la scelta delle aziende. In un momento difficile per l’Italia, l’economia non si ferma e gli imprenditori fanno una scelta ben precisa

Smart working contro il Coronavirus dunque: il lavoro da casa come scelta delle aziende per non fermare la produzione per, per continuare a lavorare.

E’ un’opzione infatti che molte aziende del nord Italia stanno prendendo in considerazione viste le limitazioni e le chiusure imposte dal governo per fronteggiare l’emergenza.

Decessi accertarti, nuovi casi di positività dunque non fermano la produttività grazie alla scelta di usare lo smart working contro il Coronavirus

Ad esempio, in Unicredit, dove lo smart working è già una realtà da diversi anni, è stato consigliato ai dipendenti di lavorare da casa.

Per limitare i rischi del contagio; mentre l’Eni ha deciso di limitare le trasferte del personale in Italia e all’estero.

Così come la scelta dello smart working è anche per i 74 dipendenti di Saipem, residenti o domiciliari nei comuni interessati dal contagio, la Snam e Aon.

Una scelta dunque che sembra la migliore sia per non fermare la produttività sia per ottemperare all’obbligo di restare in casa specie nelle zone rosse.

Inoltre, lavorare da casa, è una possibilità importante anche per i genitori che hanno figli a casa a causa della chiusura delle scuole.

Insomma, il Coronavirus sta ridisegnando, almeno per il momento, l’economia italiana mettendo in risalto la flessibilità di questo sistema lavorativo

E, proprio per l’eccezionalità della situazione, sulla Gazzetta Ufficiale è pubblicato uno dei decreti attuativi del Dl 23 febbraio 2020 n. 6 (misure urgenti sul coronavirus).

In esso dunque si stabilisce il lavoro agile subito, senza tutti gli adempimenti previsti dalla legge cioè un accordo individuale lavoratore-aziende secondo i dettami della legge 81/2017.

Alcuni dati infine, parlano di un aumento dello smart working: secondo l’Osservatorio del Polimi, è una scelta del 58% delle grandi imprese; inoltre il 2018 e il 2019 c’è stata una crescita del 20%.

 

 

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Autore dell'articolo: Francesca DI Giuseppe

Francesca Di Giuseppe, nata a Pescara il 27 ottobre 1979, giornalista e titolare del blog Postcalcium.it. Il mio diario online dove racconto e parlo a mio della mia passione primaria: il calcio Laureata in Scienze Politiche presso l’Università degli Studi di Teramo con una tesi dedicata al calcio femminile. Parlare di calcio è il mezzo che ho per assecondare un’altra passione: la scrittura che mi porta ad avere collaborazioni con diverse testate giornalistiche regionali e nazionali.