Sorveglianza delle acque reflue urbane

Sorveglianza delle acque reflue urbane al via

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Sorveglianza delle acque reflue urbane al via. Nuovo strumento di analisi epidemiologica per prevenire il rischio contagi e analizzare i focolai

L’emergenza è passata ma il virus circola ancora ecco perché l’Iss ha avviato il progetto di sorveglianza delle acque reflue urbane.

Obiettivo dunque dell’iniziativa è avere indicazioni utili sull’andamento epidemico e sull’allerta precoce di focolai nelle prossime fasi dell’emergenza.

In altre parole una rete complessa strutture territoriali che analizzerà la presenza di tracce di SARS-COV-2 nelle acque reflue; con il fine preventivo di monitorare cioè la presenza del virus e la sua possibile propagazione in Italia.

Il tutto con il coordinamento tecnico-scientifico dell’Istituto Superiore di Sanità e del Coordinamento Interregionale della Prevenzione; Commissione Salute; della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome.

Luca Lucentini, direttore del Reparto di qualità dell’acqua e Salute dell’Iss precisa:

Gli studi italiani hanno dimostrato l’importanza di costruire una rete capillare di sorveglianza in grado di restituire in tempo quasi reale la fotografia dell’andamento dei contagi nei contesti regionali e locali; evidenziando come questo approccio può anticipare la conoscenza sui luoghi di circolazione del virus nel nostro paese.

Come avviene il controllo

Il programma di lavoro si articola in due fasi: una prima su base volontaria e autofinanziata dai partecipanti il progetto sarà focalizzata su una rete pilota di siti prioritari, come le località turistiche.

La seconda fase – attivabile da ottobre sulla base delle risorse disponibili – prevede una rete di sorveglianza estesa a livello nazionale, focalizzata sugli aggregati urbani.

Il tutto con la possibilità di realizzare anche monitoraggi flessibili e capillari (come quartieri cittadini e siti di depurazione di aeroporti), funzionali alle necessità di prevenzione sanitaria delle diverse aree territoriali.

Inoltre i campioni prelevati prima dell’ingresso nei depuratori dei centri urbani possono essere utilizzati come “spia” di circolazione del virus nella popolazione.

Le prime analisi hanno già consentito di rilevare RNA di SARS-COV-2 in diverse aree del territorio nazionale nel corso dell’epidemia.

Non solo: indagini retrospettive su campioni di archivio, hanno rivelato la circolazione del virus in alcune aree del Nord in periodi antecedenti la notifica dei prima casi di Codiv-19.

 

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Autore dell'articolo: Redazione Webmagazine24