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Superbonus 110% a rischio la proroga. Questa la notizia emersa in queste ore dal PNNR. Il Governo pare non abbia la volontà di prolungare la misura volta alla crescita, grazie alla promozione dell’attività edile. Come si sa, e si dice, l’edilizia è il motore dell’economia. Ecco perché Confindustria ha lamentato questa probabile decisione. Il non rinnovo di questa misura fino a dicembre 2023 potrebbe, secondo Confindustria, creare una grave perdita per l’economia. Sarebbe un danno incalcolabile per l’occupazione, visto che il settore dell’edilizia, porta con se un numero di lavoratori certamente importante. “La proroga è necessaria, tanto più che il Superbonus è partito in ritardo viste le complessità amministrative”. Questa la dichiarazione del vice presidente di Confindustria.
Superbonus 110%, le parole di Orsini
Sempre il vice presidente Emanuele Orsini: “Il Superbonus 110% è una misura che, con l’ammodernamento del patrimonio immobiliare del Paese, consente di raggiungere gli obiettivi di transizione ecologica previsti dal PNRR”. Parole pesanti e che comunque danno la misura di ciò che potrebbe accadere nel prossimo futuro. Per raggiungere determinati obiettivi sia per ciò che concerne la questione ecologica che dell’inquinamento, è necessario adottare e prorogare una misura cosi importante. Anche dal punto di vista dell’economia, l’edilizia rappresenta davvero un volano per tutto il paese.
Cosa potrebbe accadere
Il settore edile porta con se tanti “mestieri”, che operano in una costellazione infinita di altri settori, che si ramificano dappertutto, dando una spinta decisiva a tutta l’economia del paese. Altre reazioni importanti non si sono fatte attendere. Per Gabriele Buia, presidente Ance ha dichiarato: “Il Governo deve fare assolutamente chiarezza al più presto sia sui tempi per il bonus, che vanno portati almeno fino alla fine del 2023, sia sulla semplificazione delle procedure». Si parla di un taglio di circa 6 miliardi nel triennio previsto. Insomma tagliare il Superbonus sarebbe miope e manderebbe un messaggio poco chiaro a famiglie e imprese.