La recente approvazione della Legge di Bilancio 2023 ha introdotto importanti norme volte a definire l’ambito di tassazione per le criptovalute in Italia.
Queste monete virtuali, che hanno generato un vero e proprio sconvolgimento nel panorama degli scambi di beni, servizi e investimenti, sono state ufficialmente inquadrate nel contesto fiscale delle persone fisiche, rientrando tra i redditi diversi nel Testo unico delle imposte sui redditi (TUIR – DPR 917/1986).
Secondo la nuova legge, le criptovalute sono definite come rappresentazioni digitali di valore o di diritti che possono essere trasferiti e memorizzati elettronicamente utilizzando la tecnologia di registro distribuito o una tecnologia simile. Questa è la prima volta che il nostro ordinamento normativo affronta in modo approfondito i principi per la regolarizzazione di tali asset digitali, colmando il vuoto legislativo che finora era stato affrontato solo tramite provvedimenti amministrativi e indirizzi forniti dall’Agenzia delle Entrate.
Nuove Regole per la Tassazione delle Criptovalute
La Legge di Bilancio 2023 ha introdotto regole specifiche per la tassazione delle operazioni connesse alle criptovalute, la rideterminazione del loro valore e la possibilità di regolarizzare eventuali omissioni di introiti non dichiarati. Le plusvalenze e gli altri proventi derivanti dal rimborso, dalla cessione a titolo oneroso, dalla permuta o dalla detenzione di criptovalute, che complessivamente superano i 2.000 euro nell’arco del periodo d’imposta, sono considerati redditi diversi ai sensi dell’articolo 67, comma 1, lettera c-sexies del TUIR.
È importante notare che la permuta tra criptovalute con caratteristiche e funzioni equivalenti, così come le plusvalenze e gli introiti inferiori alla soglia di 2.000 euro, non hanno rilevanza fiscale.
Costo di Acquisto e Imposta Sostitutiva
Ai fini della determinazione delle plusvalenze e delle minusvalenze, la legge prevede che per ogni criptovaluta posseduta al 1° gennaio 2023, il costo di acquisto possa essere considerato il valore di tale criptovaluta alla data indicata. Inoltre, su tale valore si applica un’imposta sostitutiva del 14%, inferiore rispetto al 26% previsto per le attività finanziarie tradizionali. È possibile rateizzare tale imposta sostitutiva fino a un massimo di tre rate annuali, con la prima scadenza fissata al 30 giugno 2023. Per le rate successive alla prima, si applicano interessi del 3% annuo, che devono essere versati insieme a ciascuna rata.
A partire dal 2023, per i rapporti che coinvolgono criptovalute, viene applicata un’imposta dello 0,2% annuo sul valore delle criptovalute detenute da soggetti residenti nel territorio dello Stato, in sostituzione dell’imposta di bollo.
Regolarizzazione delle Criptovalute
La legge prevede la possibilità di regolarizzare la mancata dichiarazione delle criptovalute detenute fino al 31 dicembre 2021 e dei redditi da esse generati. Per effettuare la regolarizzazione, è necessario presentare un apposito modello all’Agenzia delle Entrate e versare le seguenti somme:
- Sanzione dello 0,5% per ogni anno sul valore delle criptovalute non dichiarate detenute;
- Imposta sostitutiva del 3,5% sul valore delle criptovalute detenute al termine di ogni anno o al momento del loro realizzo;
- Un ulteriore 0,5% per ogni anno per sanzioni e interessi.
In questo modo, i contribuenti hanno la possibilità di regolarizzare la loro posizione fiscale rispetto alle criptovalute detenute in passato e ai redditi generati da esse.
Con le nuove norme introdotte dalla Legge di Bilancio 2023, l’Italia si pone al passo con le evoluzioni del mercato delle criptovalute e cerca di garantire un quadro fiscale più chiaro e regolamentato per gli investitori e gli utenti di queste nuove forme di valore digitale.