Da anni i telescopi radiofonici hanno ascoltato il cosmo nella speranza di raccogliere un messaggio proveniente dagli UFO. Non ne abbiamo avuto ancora la fortuna, ma René Heller ha organizzato una prova. Egli ha simulato di ricevere un messaggio dall’Universo e poi ha invitato il pubblico a decrittografarlo.
«Ho fatto finta di essere un alieno con tanto di aspetto fisico. Ho, quindi, creato un’immagine del mio sistema planetario di casa codificato in codice binario», dice Heller, che ha effettuato ricerche sul sistema solare Gottingen, in Germania.
In totale il messaggio consisteva di circa 2 milioni di cifre binarie. Alcune porzioni del messaggio corrispondevano ad una foto degli alieni, dove gli “zeri” erano codificati come punti bianchi, mentre gli “uno” sono stati codificati come punti neri che costituiscono l’immagine. Un’altra porzione di messaggio ha elencato i primi 757 numeri primari, per dare a chiunque decodifica il messaggio un indizio che i numeri sono stati fondamentali per comprendere il suo pieno significato.
Una terza porzione del messaggio era una sezione immaginata “da noi esseri umani” degli alieni in arrivo, come la loro altezza medi, la durata della vita e la loro collocazione nello spazio. Anziché usare unità centrate sull’uomo come metri o anni per descrivere questi dettagli, Heller ha adoperato unità provenienti da costanti naturali come la velocità della luce e la costante di Planck. «Questi sono numeri che chiunque nell’universo dovrebbe essere in grado di derivare», dice Heller.
L’esperimento sui messaggi UFO
Il 26 aprile dello scorso anno Heller ha pubblicato il falso messaggio alieno su Twitter e Facebook e ha fissato il termine per la soluzione del codice binario a poco più di un mese di distanza dall’inizio. Un documento recente analizza le quasi 300 risposte che ha ricevuto in quel periodo, di cui 66 contenevano le soluzioni corrette.
«L‘esperimento conferma l’approccio degli umani verso gli UFO», afferma Claudio Grimaldi presso l’Istituto federale di tecnologia di Losanna. È impossibile confrontarlo con una reale “missione” extraterrestre dal momento che il messaggio è stato creato da un essere umano e non abbiamo alcuna idea di come ciò sarebbe diverso da un messaggio creato dagli alieni, continua Grimaldi.
La cosa più vicina che abbiamo ai messaggi alieni può provenire dai delfini. Sappiamo che i delfini hanno una qualche forma di linguaggio, ma siamo ancora lontani da poter capirlo, nonostante molte persone ci provino. «L’esperimento è comunque un passo davvero piacevole e dimostra che gli esseri umani hanno una buona capacità di comprendere i messaggi codificati», dice Grimaldi.
La ricerca dell’intelligenza extraterrestre (SETI) è passata da oltre 40 anni, con telescopi radiofonici in tutto il mondo che ascoltano per i possibili messaggi alieni. E quando il radiotelescopio più sensibile mai costruito, l’Array Square Kilometer, sarà finito nel 2020, servirà ancora un altro po’ di tempo per poter ascoltare i messaggi. Tuttavia, sarà in grado di raccogliere segnali radio di messaggi inviati in un passato risalente a diverse decine di anni luce.
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