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Un anno di Covid19, le conseguenze. E’ passato un anno dall’inizio dell’emergenza sanitaria e la situazione stenta a migliorare in Italia e altrove
Lockdown, zone gialle, rosse, arancioni e bianche: un anno di Covid19 è passato ma come stanno gli italiani? Quali conseguenze?
La stanchezza sta purtroppo avendo la meglio, la nazione è stanca di questa situazione che sembra andare a rilento e generare ancora tanta paura.
Un anno tra mascherine, chiusure e distanziamento interpersonale, sta infatti mettendo a dura prova anche il fisico delle persone e la loro salute psico-fisica.
In tal senso, per esempio, uno studio dell’Aifa, mette in evidenza come nel 2020 la pandemia ha fatto crescere il consumo dei medicinali in grado di ridurre l’ansia pari al +12%.
Il picco inoltre c’è stato soprattutto nelle regioni del Centro Italia, tra cui Marche (+68%) e Umbria (+73%).
Ma non solo: sono altresì accresciuti i problemi legati all’obesità e al sonno
Secondo alcuni dati diffusi da Coldiretti infatti a ottobre scorso il 44% degli italiani è aumentato di peso a causa del Covid; “colpa” dello smart working, delle restrizioni imposte dal lockdown e della maggiore tendenza a dedicarsi alla cucina.
La situazione inoltre sembra peggiorare per le persone obese: nel 54% dei casi si è registrato un aumento medio di peso di 4 chilogrammi.
Un’altra ricerca, ha altresì sottolineato peggiori conseguenze dell’infezione da Covid se il sonno prima di contrarre l’infezione stessa era già di cattiva qualità.
Lo studio ha visto coinvolti l’Irccs Maugeri Veruno (No) e dell’Irccs Maugeri Tradate (Va); in questi istituti il reparto di Pneumologia era stato infatti riconvertito in un reparto per pazienti Covid ed è attivo da 30 anni un centro di medicina del sonno.
Nel dettaglio: nella prima ondata si sono raccolti i dati su quasi 300 pazienti che hanno permesso di raffinare la ricerca per la seconda ondata; raccogliendo così dati su 939 pazienti con Covid-19, di cui 428 donne.
La percentuale di pazienti che riferivano disturbi del sonno preesistenti era cioè di oltre il 30% senza differenze di frequenza tra uomini e donne.
Nelle donne era più frequente la difficoltà a prendere sonno, mentre gli uomini riportavano più spesso una frammentazione del sonno stesso, che dà più rischi di infiammazione.