Animali in città, il rapporto di Legambiente. Come vivono gli amici a quattro zampe e i loro padroni? Come stanno i nostri pelosetti?
Sono queste alcune domande del rapporto di Legambiente Animali in città; la prima risposta è che Modena, Prato e Verona sono i Comuni al primo posto per la gestione degli animali.
Allo stesso tempo inoltre, le Ausl Toscana centro, AUSL Modena e ASL Napoli 1 Centro le aziende sanitarie con i servizi veterinari più efficienti.
Nell’ottava edizione di Animali in città, l’associazione dunque anializza i dati forniti dalle amministrazioni comunali e dalle aziende sanitarie
Due sono i questionari quindi le cui risposte sono poi suddivise in macro aree; e da qui che si evincono i primati di Modena, Prato e Verona.
Nel dettaglio inoltre:
- Modena primeggia per l’insieme di regolamenti e ordinanze per la buona convivenza e per i relativi controlli sulla loro applicazione,
- Prato per l’organizzazione e i servizi offerti agli animali padronali o abbandonati,
- Verona per un’attenta gestione della spesa offrendo, a minor costo, un servizio di qualità.
Se vogliamo fare qualche numero, Legambiente ha evidenziato come i cani presenti in Italia a dicembre 2019 oscillano incredibilmente tra gli 11.630.000 e i 27.300.000.
Per i gatti invece, la cui registrazione è facoltativa, i dati dell’anagrafe restituiscono un quadro molto distante dalla realtà: ne sono registrati solo 602.421.
Ma se si considerano i numeri dei gatti presenti nelle colonie feline forniti da 250 Comuni, gli esemplari sarebbero almeno 1.020.646.
Ma quanto costano questi animali in città?
La spesa per la gestione degli animali in città ammonta complessivamente a 220.915.938 euro nel 2018.
I Comuni dichiarano, infatti, di aver speso per questa voce 176.853.470 euro, a cui vanno sommati i 44.062.468 euro spesi dalle aziende sanitarie.
Il Comune di Verona è quello che, a fronte di servizi di qualità, registra la spesa minore: 1,43 euro a cittadino.
Tra i comuni che più spendono per offrire invece servizi scarsi, c’è Montalbano Jonico (MT), che spende ben 30,34 euro a cittadino di fatto solo per gestire i cani in canile.
Spiega il responsabile nazionale fauna e benessere animale di Legambiente, Antonino Morabito:
Le situazioni “peggiori” sono innanzitutto quelle delle amministrazioni pubbliche che non forniscono alcuna informazione, un pessimo segnale di scarsa trasparenza e nessun interesse nel dare informazioni alla collettività.
Tra quante, invece, hanno fornito informazioni emergono situazioni di chiara difficoltà gestionale
Un esempio è il Comune di Latina che, nel 2018, ha visto entrare nel canile 245 cani vaganti, di cui:
- 10 restituiti ai proprietari, 98 dati in adozione,
- 12 liberati nel territorio come cani di quartiere, 47 deceduti in canile,
- 751 cani presenti in canile a fine 2018.