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MILANO – Borsa di Milano oggi 31 marzo 2023. Ultima giornata di settimana leggermente positiva per la Borsa di Milano, che si è mossa in linea con l’Europa guardando ai dati dell’inflazione e in attesa che Bce e Fed possano limare la loro politica monetaria: l’indice Ftse Mib ha concluso in crescita dello 0,34% a 27.113 punti, l’Ftse All share in rialzo dello 0,33% a quota 29.313. Tra i titoli maggiori di Piazza Affari, i migliori sono stati Nexi ed Erg, saliti di oltre due punti percentuali. In rialzo dello 0,8% Tim, qualche vendita su Banco Bpm (-1,3%), Diasorin (-1,4%) e Finecobank, che ha chiuso in ribasso dell’1,9%. Calme Intesa (-0,1%) e Unicredit (-0,2%), con Mps nel paniere a bassa capitalizzazione in aumento di mezzo punto percentuale a quota due euro netti. Questo, quindi, è l’andamento Borsa Milano.
Borsa di Milano oggi 31 marzo 2023 e spread
La Borsa di Milano oggi, dunque, riporta questi dati. Forte allentamento della tensione sui titoli di Stato europei e soprattutto italiani: lo spread tra Btp e Bund ha chiuso la seduta sui mercati telematici a 179 punti base contro i 185 dell’avvio, in concomitanza con l’intervento della presidente della Bce Lagarde. Il rendimento del prodotto del Tesoro è al 4,08%, con un taglio di 13 ‘basis point’.
Come ha chiuso la Borsa di Milano oggi?
Vediamo ora come vanno i mercati internazionali dopo aver visto l’indice Borsa Milano oggi. Tutti i mercati azionari del Vecchio continente hanno comunque concluso in lieve aumento: la Borsa migliore è stata quella di Parigi salita dello 0,8% finale, con Francoforte in crescita dello 0,7%. Amsterdam è invece salita dello 0,4% e Madrid dello 0,2%. Più cauto di tutti il listino di Londra, che ha chiuso con il marginale rialzo dello 0,1%.
Debole Mosca, con l’indice Moex in rubli in ribasso dello 0,6% e l’Rtsi in dollari in calo dello 0,9% nonostante il gas abbia corso sul mercato di Amsterdam del 9,7% a 47,8 euro al Megawattora, con una punta massima in corso di seduta superiore ai 48 euro sulle previsioni meteo di un aprile più freddo delle stime negli Stati Uniti e in parte in Europa, dove peserebbero anche nuove tensioni sulle forniture. Forte di contro l’allentamento della tensione sui titoli di Stato europei e soprattutto italiani con la speranza di una politica dei tassi meno aggressiva.