Da quanti anni usi sempre la stessa spugna per lavare i piatti? Hai perso il conto? Se non lo ricordi, è il momento di buttarla e utilizzarne una nuova.
A consigliarlo è uno studio completo sulle spugne, ma analizziamo il tutto nei dettagli.
Lo studio sulla spugna
É stato pubblicato uno studio relativo alle spugne sulla rivista scientifica The Nature. I ricercatori guidati da Markus Egert dell’università di Furtwangen, in Gerania, hanno analizzato il DNA microbico in 14 spugne da cucina per capire che tipo di batteri possiamo trovare sulla superficie.
Hanno anche contrassegnato i microbi con sostanze fluorescenti in modo da poterli osservare con tecniche speciali.
Il risultato ha mostrato che su oltre 223 mila sequenze di DNA, le spugne erano “abitate” da 362 tipi diversi di batteri. Ogni centimetro cubico contiene più del 5 per mille di batteri. Una tale densità si troverebbe solo nelle feci, riportano gli scienziati. La maggior parte di essi non era dannosa. Essi sono i responsabili dell’onore acido della biancheria e delle vecchie spugne.
Tuttavia, alcuni dei batteri presenti erano dannosi. 5 su 10 erano potenziali patogeni. Peggio ancora, quei batteri sono stati trovati trovati in percentuali più alte nelle spugne regolarmente utilizzate.
Dunque, che si può fare? La soluzione migliore, sarebbe quella di smettere di usare le spugne. La lavastoviglie uccide molti più batteri rispetto al lavaggio a mano poichè l’acqua della lavastoviglie è molto più calda di quella che possiamo usare sulle nostre mani. In alternativa si possono usare le spugne antibatteriche usa e getta.
Però, avere una lavastoviglie o spugne usa è getta necessitano di un certo budget. Se si vuole risparmiare al massimo, si può pensare ad una sostituzione regolare della spugna da cucina, ad esempio ogni settimana.