Giuseppe Conte contro l'invio di nuove armi all'Ucraina

Conte attacca il governo sull’invio di nuove armi all’Ucraina: “Si imbocca un vicolo cieco, si rischia un collasso”

 

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Conte, 2 mesi fa, ha votato contro la mozione di maggioranza sull‘invio di armi all’Ucraina. La Camera approvò le mozioni del centrodestra, del Pd e di Azione-Italia Viva. Respinte invece quelle del Movimento Cinque Stelle e di Verdi-Sinistra, più critiche verso la posizione assunta dal governo Draghi a partire dallo scoppio del conflitto. Con questa mozione la maggioranza dunque aveva chiesto al governo di continuare ad inviare armi fino alla fine del 2023, e di portare inoltre la spesa militare al 2% del Pil entro l’anno 2028. E visto che il tema delle armi è centrale anche in questo inizio 2023 ricordiamo la posizione del M5s su questo tema.

La posizione del M5S sull’invio di nuove armi

Dura posizione del Movimento Cinque Stelle. Il partito guidato da Giuseppe Conte ha votato contro la mozione di maggioranza. E durissimo è stato l’intervento dell’ex premier alla Camera dei Deputati. “Il M5s ha condannato con forza, senza alcuna equidistanza, l’aggressione russa, sostenendo non solo la necessità dell’apertura di un piano diplomatico, ma anche di un sostanzioso sostegno militare al popolo ucraino che deriva dalla convinzione di porre un argine alla iniziale asimmetria delle forze in campo”.

Ma nel tempo, con il proseguo del conflitto in corso tra Russia e Ucraina, si è parlato troppo di aiuti militari e di armi e troppo poco di diplomazia, di negoziati, e più in generale di pace. “Su questo conflitto l’Europa e la comunità internazionale vedono concretizzarsi, giorno dopo giorno, il rischio di imboccare un vicolo cieco e una strada senza via d’uscita”. Per Conte gli sforzi dell’Europa diventeranno intollerabili dal punto di vista economico e politico. “Si rischia poi il collasso di lasciare tutto com’è, sul campo“. E serve un cambio di passo a livello comunitario e a livello di Nato.

Conte contro il governo

Conte è contrario quindi all’invio di nuove armi. Vuole per l’Italia un ruolo di primo piano ma in un’altra direzione, “un ruolo da protagonista nell’apertura di un vero canale negoziale, lavorando sin d’ora per costruire in prospettiva una conferenza di pace, da tenersi sotto l’egida delle Nazioni Unite, con il coinvolgimento della Santa Sede“. Non si può correre il rischio di un’escalation militare o di un conflitto che possa portare anche all’utilizzo di armi nucleari

“Pace è una parola scomparsa da troppo tempo dal dibattito pubblico”. E poi punta il dito contro il governo “Se il Governo vuole continuare a perorare questa linea guerrafondaia delle armi a oltranza e zero negoziati, non si nasconda, ma venga in Parlamento a dirlo, venga in Aula e faccia votare il Parlamento! Venga a metterci la faccia davanti agli italiani“. E alla fine del suo intervento rinnova la sua critica alla “manovrina” del governo, che sembra pensare più all’aumento delle spese militare che alle esigenze primarie degli italiani. “Questo Governo non ha occhi per guardare le vere emergenze del Paese; addirittura li chiude davanti a chi è in povertà assoluta, ma ha orecchie ben pronte per raccogliere le istanze della potente lobby delle armi”.

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Autore dell'articolo: Alessio Bardelli