Lo smart working applicato alla piccole aziende? Il sistema è una realtà consolidata fra le multinazionali e le grandi aziende, ma lo stesso non può dirsi per le PMI
Grazie alla legge 81/2017 sul lavoro agile, qualcosa però si sta muovendo anche per i “piccoli”: lo smart working.
Da fare da aprifila allo smart working sono quelle imprese che portano la tradizione manifatturiera italiana a competere sui mercati globali.
È il caso di Eurojersey, una realtà da circa 200 dipendenti, di cui 140 impiegati in produzione e una sessantina negli uffici.
La missione di Eurojersey è quella di portare in tutto il mondo i suoi tessuti tecnici indemagliabili prodotti a Caronno Pertusella (Va).
“E per farlo dobbiamo essere rapidi, flessibili, saper anticipare i trend, offrire prodotti e servizi personalizzati al massimo per ogni cliente”
A parlare è Matteo Cecchi (nella foto), direttore commerciale di Eurojersey, che racconta come l’azienda ha raccolto la sfida dell’innovazione introducendo lo smart working.
Eurojersey dalla fine di settembre sta sperimentando, su adesione volontaria e in base a un accordo con dipendenti e RSU, la possibilità di lavorare da casa per un giorno alla settimana.
Le ricadute sono positive sia per l’azienda (maggiore produttività e flessibilità nel seguire i clienti internazionali), sia per il benessere dei lavoratori.
Entro fine anno, a sperimentazione conclusa, la platea degli interessati allo smart working potrebbe raddoppiare di numero.
Cecchi sottolinea come questo:
E’ frutto prima di tutto di un cambiamento di mentalità. Non abbiamo improvvisato: all’inizio abbiamo avuto una difficoltà a trovare modelli e case history incentrati sulle PMI come la nostra.
Anche le associazioni di categoria sono ancora impreparate a dare indicazioni ad hoc.
Occorre farsi seguire da consulenti, non solo per tutta la parte contrattualistica, ma soprattutto per supportare una trasformazione che coinvolge moltissimi aspetti della vita aziendale.
Per questo Eurojersey ha scelto Methodos, società di consulenza specializzata nell’affiancare le imprese nei processi di change management organizzativo e culturale.
“Siamo partiti facendo una mappatura dei dipendenti che avrebbero partecipato alla sperimentazione” racconta Maria Vittoria Mazzarini, esperta di Smart Working di Methodos.
Lo smart working infatti non è applicabile per i dipendenti che lavorano a stretto contatto con la produzione, ma ci sono reparti che possono cogliere significative opportunità.
Secondo Eurojersey, accordare ai dipendenti flessibilità si è rivelato subito un vantaggio
“Per esempio nel gestire le trasferte e nel seguire meglio i nostri clienti, che si trovano in tutto il mondo e in diversi fusi orari”spiega Cecchi.
“L’altro vantaggio, preziosissimo, è quello di avere aumentato il benessere lavorativo del personale. La nostra azienda ha fatto della sostenibilità un valore” chiude il direttore commerciale.