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Mobilità sostenibile italiana: cosa succede in città

 

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Mobilità sostenibile italiana: cosa succede in città. Il tema dell’ambiente è tra i più discussi nei diversi stati non solo europei.

Dalla plastic free alle automobili elettriche passando per le biciclette: il vivere urbano e quotidiano dunque muta rispettando sempre più la mobilità sostenibile italiana

Il tutto nasce dai profondi cambiamenti climatici che stanno colpendo sempre più frequentemente anche l’Italia causati proprio dall’abuso di sostanze tossiche.

Un ritorno al passato quindi con meno inquinanti e più ecologia, meno industri più natura; ma come sta la mobilità sostenibile italiana?

E’vero che il rapporto Ispra non è proprio esaltante in tema di danni ambientali, ma la mobilità sta facendo grandi passi avanti.

Ad esempio in Valle d’Aosta, sono previsti degli incentivi per l’acquisto di biciclette a pedalata assistita e di veicoli a bassa emissione di Co2.

Così come ci sono fondi per la costruzione di piste ciclabili e incentivi per il car sharing: il tutto è inserito nella dalla legge sulla mobilità sostenibile varata dal consiglio regionale.

Nel dettaglio dunque la Regione Valle d’Aosta ha stanziato 3 milioni di euro per il 2019, 4,4 milioni per il 2020 e 3,8 per il 2021.

Altro importante obiettivo in tema di “circolazione verde”, l’ha raggiunto (di nuovo) Piacenza: è la città più ciclabile d’Italia per il terzo anno consecutivo

Si chiama infatti Giretto d’Italia, il campionato nazionale della ciclabilità urbana organizzato da Legambiente.

La città emiliana è quindi quella dove in Italia girano più biciclette; seguono in classifica Padova al secondo posto e Bolzano al terzo.

Se si analizza il rapporto fra le bici circolanti e il numero degli abitanti infatti Piacenza è salda al primo posto (4,5 bici conteggiate ogni abitante).

Sale invece Bolzano (3,6), mentre Fano si piazza terza (3); a seguire Novara (2,4), Padova (2,2), Reggio Emilia (2,1) e Pesaro (1,6).

A Cagliari si è posto una bel dilemma: dove circolare hoverboard e monopattini, in strada o sui marciapiedi?

Proprio per rispendere a questa domanda, le commissioni consiliari Innovazione – Ambiente e Mobilità hanno proposto una schema di circolazione sperimentale.

L’obiettivo è dunque disciplinare un settore della mobilità che al momento non è previsto dal codice della strada.

La sperimentazione in definitiva dovrebbe consentire la circolazione di hoverboard e derivati sulle piste ciclabili e zone 30 senza superare i 20 chilometri orari.

Nella zone pedonali invece si potrà circolare con la velocità impostata dal limitatore, a passo d’uomo.

Foto di Elias Sch. da Pixabay

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Autore dell'articolo: Francesca DI Giuseppe

Francesca Di Giuseppe, nata a Pescara il 27 ottobre 1979, giornalista e titolare del blog Postcalcium.it. Il mio diario online dove racconto e parlo a mio della mia passione primaria: il calcio Laureata in Scienze Politiche presso l’Università degli Studi di Teramo con una tesi dedicata al calcio femminile. Parlare di calcio è il mezzo che ho per assecondare un’altra passione: la scrittura che mi porta ad avere collaborazioni con diverse testate giornalistiche regionali e nazionali.

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