Mostra di Raffaello dal 5 marzo al 2 giugno 2020 presso il Quirinale e gli Uffizi
Dal 5 marzo 2020 gli Archivi di Stato italiani e la grande mostra di Raffaello 1520-1483, organizzata dalle Scuderie del Quirinale insieme alle Gallerie degli Uffizi; comprende anche importanti documenti prestati dagli Archivi di Stato italiani.
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Dal sito ministeriale emerge l’eccezionalità della Mostra di Raffaello, dal 5 marzo 2020, impreziosita da importanti documenti:
Prima tra tutti, la famosa lettera che Raffaello scrisse a Leone X nel 1519, conservata presso l’Archivio di Stato di Mantova. Si tratta di un preziosissimo documento, cui gli studiosi attribuiscono un ruolo fondante della tutela dei beni culturali nel nostro Paese: la minuta che Baldassarre Castiglioni (1478-1529), intellettuale e umanista di grande prestigio, celebre autore de Il Cortegiano, libro fondamentale del Rinascimento italiano, predispose per la lettera inviata da Raffaello Sanzio a Leone X.
La ragione dell’eccezionalità di tale documento risiede nel suo significato ideale, in quanto ad esso si fanno risalire i principi della tutela e della salvaguardia del patrimonio culturale nazionale da parte dello Stato, quasi un presagio dell’art. 9 della Costituzione. In sostanza Raffaello attraverso i contenuti di questo testo, indicò la strada maestra per preservare i monumenti antichi dalle distruzioni e dagli sventramenti perpetrati nella Roma dei primi decenni del Cinquecento, prefigurando il ruolo delle Soprintendenze nella salvaguardia del patrimonio culturale.
Raffaello nel 1515, con un breve dello stesso papa Leone X, era stato nominato prefetto alle antichità, con il compito di visionare e requisire tutti i marmi ed i reperti archeologici che potessero servire alla fabbrica di S. Pietro e con il compito di valutare l’eventuale conservazione di epigrafi romane, altrimenti destinate alla distruzione per la produzione di calce, quali testimonianze della lingua latina.
Archivio di Stato di Firenze
Anche l’Archivio di Stato di Firenze partecipa alla mostra; infatti presta la lettera del 1518, proveniente dal fondo Mediceo, indirizzata a Giulio de’ Medici (poi Papa Clemente VII) a proposito del progetto di Raffaello per Villa Madama a Roma.
Il Direttore generale Archivi, Anna Maria Buzzi dichiara:
“Siamo orgogliosi di partecipare a una mostra di tale rilievo internazionale e qualità scientifica: i tesori degli Archivi accompagnano e completano le grandi opere d’arte, e testimoniano, con l’autenticità notarile che solo gli Archivi di Stato sanno fornire, la vicenda umana e artistica del grande maestro”.