Relazione annuale del Ministero della Salute (Direzione Generale per l’Igiene e la Sicurezza degli Alimenti e la Nutrizione) al Parlamento sulle celiachia nel 2018
La Relazione annuale sulla celiachia è stata realizzata dalla Direzione Generale per l’Igiene e la Sicurezza degli Alimenti e la Nutrizione ed evidenzia la situazione all’interno del territorio italiano nel 2018.
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Nel corso del 2018, il numero di celiaci in Italia ha raggiunto la cifra di circa 214 mila soggetti; quindi si è registrato un aumento di oltre 7.000 diagnosi rispetto al 2017. L’unica prescrizione possibile è un piano alimentare che contenga alimenti rigorosamente senza glutine.
Vediamo alcuni aspetti evidenziati dalla relazione annuale sulla celiachia, relativa al 2018, redatta dal Ministero della Salute in collaborazione tra istituzioni ed anche associazioni, per salvaguardare la salute dei cittadini.
Dati 2018 esposti nella relazione annuale sulla celiachia (fonte Ministero della Salute)
Cos’è la celiachia?
Come riporta il testo:
La celiachia può essere definita malattia multifattoriale poiché per il suo sviluppo sono necessari due fattori: uno ambientale, il glutine nella dieta, ed uno genetico, la presenza delle molecole DQ2/8 sulla membrana delle cellule del sistema immunitario. Solo il 3% delle persone, geneticamente predisposte, che consumano glutine sviluppa, prima o poi, la celiachia. Questo significa che esiste uno o più fattori che scatenano la celiachia (Lebwohl et al. 20181).
Alimenti senza glutine
Come accennato in precedenza la dieta senza glutine rappresenta il trattamento scientificamente valido per le persone affette da celiachia. La relazione fornisce importanti riferimenti per una opportuna alimentazione senza glutine che prevede:
Alimenti e bevande non trasformati che non contengono glutine
Alimenti e bevande non trasformati che per loro natura non contengono glutine (es. acqua, carne, pesce, uova, frutta, verdura, legumi; cereali o pseudocereali quali riso, mais, grano saraceno ecc.). Per tali alimenti l’assenza di glutine è scontata; per cui la dicitura “senza glutine” in etichetta sarebbe fuorviante perché potrebbe indurre il consumatore a credere che non sia una caratteristica comune per quella tipologia di alimento.
Alimenti e bevande trasformati, prodotti che non prevedono glutine
Alimenti e bevande trasformati che per natura, composizione e processo di produzione non prevedono l’utilizzo di ingredienti contenenti glutine (es. te’, caffè, tisane, latte 9, formaggio, burro, margarina, panna, prosciutto crudo, bresaola, culatello, speck, olio, vino, aceto, zucchero, miele, marmellata, confettura, gelatina di frutta, succhi di frutta, sode quali gassosa, acqua tonica, cola, chinotto, aranciata ecc.) Per tali alimenti l’assenza di glutine è scontata e non sono previste varianti contenenti glutine. In questo caso la dicitura “senza glutine” sarebbe fuorviante perché potrebbe indurre il consumatore a credere che non sia una caratteristica comune per quella tipologia di alimento.
Alimenti e bevande trasformati, prodotti con ingredienti privi di glutine
Alimenti e bevande trasformati che per tradizione nella ricetta/formula di produzione possono prevedere l’utilizzo di ingredienti contenenti glutine ma che sono stati prodotti con ingredienti naturalmente privi di glutine (es. preparazioni a base di frutta, a base di carne, a base di pesce, a base di verdure, preparati per brodi e sughi, dessert vari ecc.). Per tali alimenti la dicitura “senza glutine” può essere utilizzata perché possono esserci sul mercato delle varianti dello stesso prodotto che contengono ingredienti o comunque sostanze con il glutine. Per questi alimenti la normativa prevede la possibilità di inserire in etichetta anche la dicitura “adatto alle persone intolleranti al glutine” o “adatto ai celiaci”.
Alimenti e bevande trasformati, prodotti con ingredienti sostitutivi privi di glutine
Alimenti trasformati che per tradizione nella loro composizione prevedono l’utilizzo di ingredienti contenenti glutine ma che sono stati prodotti, preparati e/o lavorati appositamente con ingredienti naturalmente senza glutine o con ingredienti deglutinati (es. pane, pizza, pasta, biscotti e alimenti similari). Tali alimenti rappresentano i sostituti senza glutine degli alimenti che di solito il glutine lo contengono e possono vantare in etichetta l’indicazione “senza glutine”. Per questi alimenti la normativa prevede la possibilità di inserire in etichetta anche la dicitura “specificamente formulato per persone intolleranti al glutine” o “specificamente formulato per celiaci”. I prodotti che rientrano in questa tipologia di alimenti, proprio in virtù del valore sostitutivo che rappresentano, sono erogato gratuitamente dal S.S.N.
Dieta senza glutine
Al celiaco è prescritta una dieta senza glutine che, ad oggi, rappresenta un’alimentazione più semplice da tenere rispetto ad anni addietro, poiché le offerte di prodotti senza glutine si sono moltiplicate. Anche in questo caso la relazione fornisce utili informazioni che focalizza l’attenzione sui cereali contenenti glutine maggiormente utilizzati:
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tutti i cereali appartenenti al genere Triticum (es. grano tenero – triticum aestivum; grano duro – triticum durum; grano khorasan – triticum turanicum; spelta o farro grande – triticum spelta; farro o farro medio -triticum dicoccum; monococco o farro piccolo – triticum monococcum);
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la segale;
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l’orzo.
Secondo le evidenze scientifiche disponibili, l’avena può essere inserita nella dieta della maggior parte dei celiaci senza effetti negativi per la salute. Infatti, prodotti a base di avena, specificamente formulati per i celiaci, sono presenti nel Registro Nazionale dei prodotti erogabili. L’avena, per essere impiegata come ingrediente in tali prodotti, deve avere un contenuto di glutine inferiore ai 20 ppm (test ELISA con anticorpo R510). La presenza dell’avena nella dieta senza glutine resta comunque una questione ancora oggetto di studi e ricerche da parte della comunità scientifica.
Tutte le informazioni riportate sulle etichette, nonché quelle utilizzate nella presentazione e nella pubblicità degli alimenti, devono rispettare le pratiche leali d’informazione ai sensi dell’art. 7 del Regolamento UE 1169/2011 sulle informazioni al consumatore.
Registro nazionale prodotti senza glutine
Un anno importante è il 2017, quando, con la revisione dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), la celiachia ed anche la dermatite erpetiforme sono state trasferite nell’elenco delle malattie croniche invalidanti; dunque, come conseguenza di tale cambiamento, è subentrato il regime di esenzione per tutte le prestazioni sanitarie successive alla diagnosi; inoltre è stato previsto il supporto economico alla dieta per l’acquisto degli alimenti senza glutine specificamente formulati per i celiaci.
La relazione chiarisce aspetti della diate per celiaci
Prodotti come pane, pasta, biscotti, pizza, cereali per la prima colazione, in una dieta sana ed equilibrata, rappresentano il 35% del fabbisogno energetico totale giornaliero da carboidrati. Il celiaco, infatti, una volta ottenuta la diagnosi deve seguire una dieta varia e bilanciata ma rigorosamente senza glutine il cui apporto energetico giornaliero da carboidrati come per tutti deve essere di circa il 55% di cui però solo il 35% deve derivare da alimenti senza glutine mentre il restante 20% deve provenire da alimenti naturalmente privi di glutine. A supporto della dieta senza glutine il Servizio Sanitario Nazionale nel 2018, secondo i dati pervenuti e le stime fatte, ha speso circa 250 milioni di euro, con una media annua nazionale di circa 1.200,00 € pro capite.
fonte (Ministero della Salute)