Prevenire il contagio da Covid19 negli ambienti chiusi. Studio internazionale condotto, tra gli altri, da ricercatori Cnr-Isac dimostra che è possibile
Emergenza sanitaria ancora in corso in tutto il mondo, studi e ricerche continue: una di queste dimostra che si può prevenire il contagio da Covid19 indoor.
E’ risaputo infatti che in tali ambienti la diffusione del Coronavirus può avvenire anche nell’aria attraverso “droplet”, le goccioline di saliva nebulizzata.
Questo fattore ha dunque, per lo meno, in estate, reso preferibile eventi e momenti di limitata condivisione nelle aree all’aperto.
Lo studio del Cnr-Isac ha dunque messo in evidenza come alcuni fattori possano ridurre le probabilità di diffusione del virus in luoghi chiusi
Nel dettaglio cioè è necessario mantenere il giusto grado di umidità e un adeguato ricambio d’aria specie in ambienti ad alto rischio come gli ospedali.
Studio internazionale che, a sua volta, è stato pubblicato sull’International Journal of Environmental Research and Public Health.
Francesca Costabile, ricercatrice dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche, spiega meglio la ricerca:
Sebbene il virus, di per sè, abbia dimensioni dell’ordine di un centinaio di nanometri, è verificato che una persona infetta, attraverso la respirazione; la vocalizzazione; la tosse; gli starnuti, può emettere un aerosol contenente potenzialmente il SARS-CoV-2.
La relazione fra dose inalata e infettività per il SARS-CoV-2 dipende fortemente dalle dimensioni.
La capacità di penetrazione nel tratto respiratorio basso, di traslocazione sistemica in tutto il corpo umano e di attacco a organi bersaglio particolarmente vulnerabili, primo fra tutti il cervello.
Il ricercatore quindi, precisa altresì:
All’interno di ambienti chiusi con luce solare diretta fredda; secca e con ventilazione insufficiente; raccomandiamo innanzitutto: di mantenere un’adeguata umidificazione dell’aria interna (nel range 40-60%).
Soprattutto laddove ci si trovi in condizioni di temperature sotto i 20° C; l’utilizzo di purificatori d’aria; di un’adeguata ventilazione meccanica anche nei periodi invernali e la misura della concentrazione del biossido di carbonio (CO2) in aria, da mantenere sotto le 1000 ppm.
Sconsigliamo, infine, l’utilizzo di nebulizzatori in alcune procedure mediche e di tipologie di disinfettanti per le pulizie come quelli al perossido di idrogeno.
In assenza di queste precauzioni il rischio potrebbe permanere pur indossando la mascherina chirurgica.