processo a Massimo Bossetti, telecamere vietate

Processo a Massimo Bossetti: telecamere vietate, perchè?

 

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Il 30 giugno, davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Brescia, inizierà il processo a Massimo Bossetti. Il muratore begamasco, incensurato e padre di famiglia,  è stato condannato in primo grado all’ergastolo con l’accusa di aver rapito, seviziato e causato la morte della tredicenne di Brembate, Yara Gambirasio. La vicenda ha appassionato e diviso l’opinione pubblica come pochi casi di cronaca nera hanno fatto, soprattutto perchè sin dall’inizio, nonostante in tribunale siano state vietate le telecamere, lo stesso pm Letizia Ruggeri aveva diffuso alla stampa alcuni particolari privati sulla vita dell’imputato, della moglie e dei familiari. Durante il processo vennero inoltre divulgati alcuni filmati sul furgone di Massimo Bossetti, che successivamente, per ammissione degli stessi Carabinieri, si scoprì  essere stati confezionati ad hoc per i media a scopo divulgativo. Dulcis in fundo, mentre era in corso il processo, l’intera  vicenda divenne oggetto di un documentario televisivo.

Il documentario su Yara Gambirasio e sul processo a Massimo Bossetti

Alcune settimane fa, la trasmissione “Quarto Grado” ha diffuso la notizia che la pm Letizia Ruggeri, non  sarà presente al processo di appello a Massimo Bossetti. La Procura Generale, infatti, alcune settimane fa,  ha chiesto chiarimenti in merito alla partecipazione della pm al documentario della BBC “Ignoto 1 – Yara, dna di un’indagine”, andato in onda su Sky a marzo 2017. In tale documentario sono state mostrate interviste ai principali protagonisti della vicenza ed immagini relative all’omicidio di Yara Gambirasio.   L’imputato invece ha fatto sapere che sarà presente a tutte le udienze, ed ha chiesto di poter sedere accanto ai suoi avvocati anzichè nell’apposita gabbia utilizzata per i detenuti.

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Processo a Massimo Bossetti: vietate in aula le riprese video e audio

Il presidente della Corte d’Assise, così come già avvenuto per il processo in primo grado a Massimo Bossetti, ha vietato le registrazioni audio e video in aula. A suo dire “Non risulta sussistere un interesse particolarmente rilevante alla conoscenza del dibattimento“.

Il processo a Massimo Bossetti avverà quindi senza alcuna ripresa televisiva e senza alcuna registrazione audio.  Gianluigi Nuzzi durante la trasmissione Quatro Grado andata in onda ieri 23 giugno, ha affermato che all’informazione non bisognerebbe mai chiudere all’accesso alle telecamere. Sono pienamente d’accordo,  tutti noi cittadini italiani dobbiamo dare un segno quando ci viene negato un diritto. In questo caso, la presenza delle telecamente non avrebbe tolto nulla al processo e  non avrebbe violato la privacy di nessuno. Ritengo che una sentenza, che viene data in nome del popolo italiano, debba rispettare il diritto di tutti i cittadini di poter vedere coi propri occhi e sentire con le proprie orecchie.

Foto: in foto Gianluigi Nuzzi, Quarto Grado

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Autore dell'articolo: Redazione Webmagazine24

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