Razzismo negli stadi, Gattuso: "Ora interrompiamo le partite"

Razzismo negli stadi, Gattuso: “Ora interrompiamo le partite”

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MILANO – L’allenatore del Milan, Gennaro Gattuso in merito al razzismo negli stadi, non concorda con la decisione della Figc di far giocare regolarmente la prossima giornata di campionato dopo i gravi fatti di Inter-Napoli, che hanno contemplato – oltre alla drammatica morte di un tifoso nerazzurro – anche l’ennesimo episodio dei “buuuu” razzisti:

‘Non penso che l’Italia sia un Paese razzista, perché ci sono tantissimi immigrati. Ma e’ giusto che una partita di calcio si sospenda – ha detto il tecnico rossonero a Milan Tv – Non siamo l’unica nazione in cui succedono questi episodi. In Inghilterra c’è grande civiltà sportiva. Ma penso che sia arrivato il momento che il calcio si fermi e che le partite si interrompano. Tante volte sono quattro imbecilli che cominciano a fare questi versi”.

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Razzismo negli stadi ecco le dichiarazioni di alcuni campioni

Intanto il capitano dell’Inter, Mauro Icardi, si è schierato dalla parte di Kalidou Koulibaly, il giocatore del Napoli vittima dei “buuuu” razzisti a San Siro. Icardi su Instagram ha inviato un messaggio di solidarietà al difensore azzurro, dichiarandosi dispiaciuto per quanto accaduto:

“Sono deluso da quello che è successo a San Siro – ha scritto Maurito – Diciamo basta al razzismo e alla discriminazione”.

Dell’episodio si è parlato ieri sera anche su Italia 1, durante una puntata speciale di “Tikitaka” alla quale ha partecipato la moglie di Icardi, Wanda Nara. Da registrare inoltre la presa di posizione di Cristiano Ronaldo:

“Nel mondo e nel calcio ci vorrebbero sempre educazione e rispetto – così su Twitter l’asso portoghese della Juventus – No al razzismo e a qualunque offesa e discriminazione!”.

Dal canto suo, Koulibaly (espulso da Mazzoleni durante l’infuocato match) si è espresso con queste parole sui social:

“Mi dispiace per la sconfitta e soprattutto per aver lasciato i miei fratelli! Però sono orgoglioso del colore della mia pelle. Di essere francese, senegalese, napoletano: uomo”.

 

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Autore dell'articolo: Massimo Giuliano