Recensione Arrivederci professore: introspettivo e vero
Recensione Arrivederci professore. Il nuovo film di Wayne Roberts, uscito il 20 giugno 2019 nelle sale cinematografiche che ha per protagonista Johnny Depp, è l’esatta descrizione di ciò che ogni persona vive nella propria vita.
Un mix di sentimenti ed emozioni contrastanti: dalla paura, alla presa di coscienza, ai rimpianti, fino ad arrivare ai momenti felici e alla tristezza. Un film introspettivo in cui il protagonista, Richard, è un professore di ruolo che insegna Lettere all’università.
Egli scopre di essere stato colpito da un cancro ai polmoni e di avere a disposizione pochi mesi di vita. Da quel preciso istante decide di cambiare tutto, di cominciare a vivere e non più a sopravvivere come si rimprovera di aver sempre fatto.

Quello che si presenta al pubblico è un personaggio vero, un essere umano come tanti che ha dato per scontato per troppo tempo il dono della vita. Padre di famiglia e marito insoddisfatto, durante il film comprende l’importanza del vivere in armonia, del lasciar scorrere.
Inizialmente, dopo il referto medico, la rabbia prende il sopravvento. Qui è possibile vedere un uomo in carne e ossa che, come avrebbe fatto chiunque, reagisce istintivamente alla notizia.
Un uomo che, poco dopo, si rialza e prende in mano la sua esistenza, almeno per quel poco che gli resta da vivere.
Richard è tutti noi: un personaggio da scoprire
“É tutto così rovinato e assurdo, eppure è perfetto”
Con questa frase del professore è possibile spiegare il film intero, ma soprattutto la vita. Sposato con una donna di nome Veronica e padre di Olivia a cui è molto legato, Richard mostra durante tutta la pellicola il suo essere semplicemente umano.
Un matrimonio naufragato e un fortissimo stress, lo portano a vivere accontentandosi. Una vita imperfetta quella che ha trascorso fino al momento della trista notizie della malattia.
Un’esistenza all’insegna della finzione e della perfezione richiesta dalle circostanze. Una vita di cui si libera al più presto per abbracciare la sua libertà.
Un monologo interiore, un inno alla vita: ecco il film
Il film è una sorta di monologo interiore del protagonista, in cui i personaggi che lo accompagnano fanno da contorno a un rimprovero personalissimo che rivolge a se stesso.
Anche con i suoi alunni cambia completamente atteggiamento. Non più le classiche lezioni, piuttosto parentesi di vita, inni all’importanza di non mollare mai qualsiasi siano le situazioni. Un grido di speranza dunque, un monito contro la mediocrità.
Ed è così che Richard decide di condurre i suoi ultimi sei mesi di vita; come chi non ha niente da perdere. Come chi avrebbe dovuto iniziare a vivere molto tempo prima, ma che purtroppo non lo ha fatto.
Nel film un personaggio centrale è il suo migliore amico Peter, che non lo abbandona mai. Richard è un personaggio che ha ancora bisogno di capire qualcosa, ma che non ha tempo per farlo e allora, a volte si lascia andare alle emozioni e piange.
Richard è la voce della coscienza di ogni persona.
Anche alla fine del film infatti, dimostra che la vita non è fatta di schemi.
La vita non è solo un percorso da scegliere ma anche una strada da intraprendere rischiando, seppur apparentemente impossibile; questo è quello che farà lui.
Un film travolgente dove Johnny Depp è riuscito a superare se stesso, interpretando in maniera ironica e a volte grottesca, una situazione struggente. D’altronde la vita è proprio questa. Imperdibile.
Immagine articolo: pagina facebook ufficiale del film (copyright)
Copertina: pagina facebook ufficiale del film (copyright)