Una procedura sperimentale, basata sulla stimolazione elettrica, ha permesso ad un uomo paralizzato di tornare a camminare.
113 passi, per un totale di 102 metri in 16 minuti questo il record del ventinovenne americano che, sostenendosi con un supporto con ruote, ha vinto la sua Olimpiade. Un incidente con la motoslitta di cinque anni fa lo aveva reso paralizzato, in seguito alla lesione dei nervi del midollo spinale. Una paralisi che aveva coinvolto la metà del torace fino agli arti inferiori, togliendoli ogni sensibilità e capacità di muovere un solo muscolo. Dal 2016 fu inserito in un programma sperimentale della Mayo Clinic di Rochester nel Minnesota, Stati Uniti.
Di nuovo in piedi
Il neurochirurgo Kendall Lee e la neurofisiologa Kristin Zhao hanno tirato le fila del progetto basato sull’unione tra riabilitazione e stimolazione elettrica. Dopo 22 settimane di fisioterapia i medici hanno applicato al ragazzo uno stimolatore al di sotto della lesione sollecitando i nervi del midollo spinale. Nelle 43 settimane di lavoro, con 113 sessioni di riabilitazione, sono stati regolati i parametri del dispositivo e allenato le gambe a comprendere i “messaggi” per imparare di nuovo a camminare. Alla fine i sacrifici e il duro lavoro hanno valso la pena.
Questo studio è stato pubblicato su Nature Medicine.
Una nuova sfida per solo un programma di recupero
Un lavoro che potrebbe avere dell’incredibile e ha ridato la possibilità ad un uomo la capacità di camminare. Nonostante la quasi totale autonomia nei movimenti le condizioni tali da poter camminare da solo per la strada sono ancora da acquisire totalmente.
Lo studio dimostra che la stimolazione elettrica è in grado di restaurare la funzionalità muscolare dei tessuti paralizzati, anche se ancora non è chiaro al cento per cento come questo avvenga. Come confermato dallo stesso dottor Lee, capire il funzionamento di questo processo è una nuova sfida, un lavoro che non è l’unico, ma che grazie a questa tecnica sta avendo risultati simili a questo.
Un passo alla volta
Nonostante le più rosee aspettative di questa ricerca si palesa che non tutti i pazienti potrebbero avere i benefici dall’applicazione di uno stimolatore elettrico.
La probabilità che il metodo non funzioni in presenza di lesioni complete è concreta, ma i risultati sui pazienti con danni parziali ai nervi spinali hanno dato risultati positivi.
Un passo alla volta nella ricerca, e il tempo, potrebbe dare speranze per il futuro integrando questo studio con altri sviluppi.