19 anni a Iaquinta

19 anni a Iaquinta, Vincenzo non è mafioso: dati 2 anni

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Condannato a 19 anni Iaquinta Giuseppe ma per Vincenzo c’è l’associazione mafiosa e rimangono i 2 anni già comminati

 

Bologna, lì 21 luglio 2019 – Sono 19 gli anni a Iaquinta Giuseppe, mentre a Vincenzo 2 anni per irregolare custodia di armi.

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Per i giudici non c’è l’aggravante dell’associazione mafiosa, quindi all’attaccante italiano, campione del mondo nel 2006, Vincenzo Iaquinta vengono dati 2 anni. Alla base della condanna l’irregolare custodia di armi; dunque, Vincenzo Iaquinta ha agito al solo scopo di aiutare il padre Giuseppe.



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Il giudice ha respinto l’accusa più pesante per l’attaccante Vincenzo Iaquinta. Per il campione del Mondo, con la Nazionale del 2006, non è stata riscontrata l’associazione mafiosa; ipotesi mossa dalla procura come aggravante della condanna di 2 anni comminati per l’irregolare custodia di armi.

Dunque, i giudici hanno differenziato le condanne a padre e figlio. Per Vincenzo hanno riscontrato la mancanza di un legame con la cosca di ‘ndrangheta emiliana; legame che, invece, è costato a Giuseppe una condanna di 19 anni, a seguito dell’arresto avvenuto lo scorso novembre.

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19 anni a Iaquinta Giuseppe, a Iaquinta Vincenzo 2 anni: la sentenza

Vincenzo Iaquinta ha subito la condanna per avere lasciato due pistole e alcune munizioni a disposizione del padre Giuseppe, che non poteva tenerle perché colpito da divieto.

Dando uno sguardo alla sentenza dei giudici si legge che:

“L’estraneità alla associazione mafiosa e lo strettissimo rapporto personale con il padre lasciano il dubbio che egli non abbia agito nel perseguimento della finalità tipica contestata bensì al solo scopo di aiutare il padre… una figura strategica all’interno del sodalizio criminoso”.

Sentenza Aemilia: la ‘ndrangheta emiliana

Dalle carte del processo i giudici evincono che la cosca in Emilia Romagna ha scelto una immagine “presentabile”, di tiratura imprenditoriale; dunque, una capacità di infiltrazione che ha saputo coniugare il vecchio e il nuovo, metodi più raffinati, imprenditori mafiosi “puliti”.

Fonte https://www.reggionline.com

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Autore dell'articolo: Paolo Di Sante

Ogni giorno genitori danno tutto per la famiglia, lavoratori si sacrificano per lo stipendio, disoccupati cercano lavoro, imprenditori e professionisti cercano di mandare avanti l'attività. E poi c'è l'Italia, un paese intasato di burocrazia e norme che sembrano remare contro chi si alza la mattina per affrontare la giornata. Tutto ciò ha mosso in me la voglia di pubblicare studi, ricerche ed appunti che sono frutto di oltre un ventennio di lavoro: adempimenti fiscali, civilistici ed amministrativi; servizi alle aziende ed alle persone in campo amministrativo e finanziario. Credo che la diffusione delle informazioni porti equità sociale. Il mio motto preferito: "l'unione fà la forza".