9 agosto 2020 settantacinque anni dopo l’atomica su Nagasaki

9 agosto 2020, settantacinque anni dopo l’atomica su Nagasaki

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9 agosto 2020: settantacinque anni dopo l’atomica su Nagasaki, la ferita è ancora aperta sia per il Giappone che per il mondo. La città di Nagasaki era uno dei principali porti del Giappone; vi erano cantieri navali e la fabbrica di acciaio e d’armi Mitsubishi. 

Durante una riunione negli Stati Uniti, tenutasi nel maggio 1945 si stabilirono gli obiettivi dove sganciare le bombe. I primi tre luoghi scelti furono Nagasaki, Hiroshima e Kyōto. Quest’ultima città fu risparmiata in quanto famoso centro intellettuale ed al suo posto si scelse Kokura. Proprio sulla sostituta doveva essere sganciata la prima bomba nucleare, ma le nubi fitte portarono ad un cambio di rotta. Il 6 agosto 1945 la città di Hiroshima per prima subì le conseguenze dell’atomica.

Il 9 agosto il bombardiere scelto si alzò in volo con l’ordigno soprannominato “Fat Man”, dirigendosi verso Kokura. Ancora una volta la città si salvò grazie alle nuvole che non permettevano al pilota di mirare agli obiettivi scelti. L’aereo, ormai con poco carburante, fu mandato sull’altro obiettivo, Nagasaki. Anche qui c’erano molte nubi, ma il comandante ordinò di accedere i radar e la bomba fu sganciata sulla zona industriale. Circa 80.000 persone morirono, tra deceduti sul colpo per l’esplosione e chi morì per le conseguenze delle radiazioni. 

9 agosto 2020, settantacinque anni dopo l’atomica su Nagasaki si parla ancora di Stati che vogliono munirsi di arsenali nucleari

Sono passati ormai tanti anni da quel giorno, eppure l’orrore vissuto dalle città giapponesi non sembra aver insegnato nulla ai Capi di Stato d’oggi. Ancora si parla di atomica, ancora c’è la corsa per munirsi di arsenali nucleari. La creazione di una simile arma di distruzione ha fatto perdere ogni scrupolo morale: l’importante era distruggere il più possibile. I danni che ci sarebbero stati a posteriori non erano stati presi in considerazione. Per anni le generazioni giapponesi sono nate con deformazioni genetiche dovute alle radiazioni sprigionate dalle bombe atomiche.
Ormai l’utilizzo di queste armi durante la seconda guerra mondiale è condannato da tutti. Allora perché i Paesi sentono il dovere di affermarsi a livello mondiale, mostrando di avere anche loro l’atomica? 

75 anni dopo Nagasaki deve essere un monito per tutti: 80.000 persone hanno perso la vita. 80.000 volti ci ricordano gli orrori della guerra ed in particolare di una bomba subdola. L’atomica uccide più di una volta, anche dopo la deflagrazione. Sarebbe ora di mettere fine agli esperimenti nucleari e alla corsa all’atomica. Onoriamo i caduti, peraltro non solo giapponesi, e cogliamo l’occasione dell’anniversario per pensare che cosa può provocare un’atomica.

 

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Fonte copertina: Pixabay

 

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Autore dell'articolo: Redazione Webmagazine24