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I ricercatori americani hanno identificato una correlazione esistente tra aumento del rischio di mortalità ed inattività fisica nei pazienti malati oncologici. Ancora una volta la ricerca scientifica ha convalidato la tesi che è fondamentale svolgere l’esercizio fisico quotidiano per mantenersi in forma e per prevenire il rischio di insorgenza del cancro.
Allarme cancro: ecco i risultati della ricerca scientifica dell’AACR
Oggi un team di ricercatori americani ha presentato i risultati di una interessante ricerca scientifica all’American Association for Cancer Research (AACR) Annual Meeting 2018 a Chicago, Illinois. Gli studiosi hanno identificato una correlazione tra aumento del rischio di mortalità ed inattività fisica, sottolineando che un regolare esercizio fisico sia un’ottima terapia e cura per i pazienti oncologici durante e dopo il trattamento chemioterapico. Mentre gli studi scientifici precedenti hanno dimostrato un forte legame tra inattività fisica e aumento del rischio di tumori “particolari”, i nuovi risultati presentati oggi sono i primi a dimostrare un’associazione tra inattività pre e post diagnosi e la sopravvivenza tra i diversi tipi di cancro.
Studio scientifico: campione pazienti oncologici e modelli di attività fisica
Diversi test hanno dimostrato che uno stile di vita sano ed attivo riduce il rischio di insorgenza di moltissime patologie, incluso il cancro. La ricerca ha analizzato un campione di 5.807 pazienti malati oncologici reperiti in banca dati e nel BioRepository (DBBR), presso il Roswell Park. Il team diretto da Christine Ambrosone, Presidente del Cancer Prevention & Control ha esaminato gli stili di vita e di attività fisica dei pazienti nell’arco temporale compreso tra il decennio precedente la diagnosi del cancro ed il periodo post diagnosi. Dallo studio condotto è emerso che i pazienti oncologici che praticavano attività fisica regolare, da moderata a vigorosa (come camminare, correre, aerobica o altri esercizi cardiovascolari) sia prima che dopo la diagnosi erano considerati abitualmente attivi, mentre quelli che non praticavano regolarmente erano considerati abitualmente inattivi. Sorprendentemente, il gruppo di ricerca ha scoperto che i pazienti che erano fisicamente attivi sia prima che dopo il trattamento avevano il 40% di probabilità in più di sopravvivere rispetto a quelli che erano fisicamente inattivi. Ciò riguarda tutte le forme di malattie tumorali, tra cui cancro al seno, al colon, alla prostata, alle ovaie, alla vescica, all’endometrio, all’esofago e alla pelle.
Le correlazioni tra inattività abituale e mortalità per cancro sono indipendenti dal sesso del paziente, dallo stadio del tumore, dallo stato di fumo o dall’indice di massa corporea (BMI). “L’esercizio fisico settimanale sembra davvero fare la differenza“, sottolinea il ricercatore Dottor Cannioto. “L’attività aerobica regolare aiuta a ridurre l’indice di massa corporea e quindi, in modo indiretto, a prevenire i tumori legati al sovrappeso e all’obesità. L’aumento del flusso di sangue ossigena i tessuti, facilitando anche l’arrivo di sostanze antinfiammatorie e l’eliminazione delle sostanze tossiche accumulate. Questo processo avviene anche nel polmone, che è un organo riccamente vascolarizzato la cui funzione è proprio l’ossigenazione del sangue e l’eliminazione delle sostanze di scarto.
Ciò è particolarmente incoraggiante, poiché i malati di cancro e i sopravvissuti possono essere sopraffatti dalle attuali raccomandazioni sull’attività fisica “. Inoltre, è emerso che pazienti precedentemente inattivi che hanno iniziato ad allenarsi dopo la diagnosi hanno aumentato le loro probabilità di sopravvivenza del 30%. I ricercatori hanno scoperto che i pazienti che partecipano a una o due sedute di allenamento settimanale regolare hanno beneficiato di numerosi vantaggi di sopravvivenza.