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Cambiamenti climatici l’ultimo decennio è “il più caldo”

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Cambiamenti climatici secondo alcuni studi l’ultimo decennio è “il più caldo”, diventato di grande attualità ed è un problema che oggi interessa l’intera umanità.

Gli scienziati, tra studi e cifre alla mano, affermano che il decennio compreso fra il 2010 e il 2019 ha fatto registrare un forte aumento delle temperature medie. Le stesse nel prossimo decennio, sono destinate a salire ulteriormente.

Cambiamenti climatici – gli studi

E’ ben nota la famosa “curva di Keeling” che prende il nome dallo scienziato geochimico  che fu tra i primi, nel lontano 1958, a porsi il problema della concentrazione dell’anidride carbonica nell’atmosfera.

Nel 1958 il dato numerico consisteva in 315,3 parti di CO2 (anidride carbonica) per milione di volume (ppm). I ppm sono un’unità di misura che rivela quanti grammi di una certa sostanza sono presenti su un milione di grammi totale. Uno degli ultimi dati parla di ben 400 parti per milione di volume. Al di là del numero molto allarmante, si registra che la curva esponenziale  continua a salire. Questa rivela inoltre in maniera scientifica il grave impatto che l’aumento delle immissioni in atmosfera provoca, sul clima e sull’intero ecosistema della Terra.

A livello internazionale il fenomeno è stato definito  climate change, cioè  cambiamento climatico. Tutto ciò causato dall’aumento della  temperatura del pianeta in ogni sua parte,  provocato  da emissioni di gas che creano un effetto serra. Essi portano ad  innalzare i mari per effetto dello scioglimento delle calotte polari. Ormai infatti anidride carbonica (CO2),  metano (CH4), pulviscolo atmosferico, residui di gas inquinanti è quanto l’uomo produce ed immette nell’ambiente che lo circonda, causando gravi danni.

Il rapporto mondiale dell’Organizzazione Mondiale di Meteorologia – OMM parla chiaro  per il 2019  fino a ottobre,  la temperatura media globale per il periodo era di 1,1 gradi C sopra il livello “di base” nel 1850.

Vi sono registrati livelli insoliti di calore quest’anno in tutte le parti del mondo. Sud America, Europa, Africa, Asia e Oceania sono stati più caldi della media recente, mentre molte parti del Nord America erano più fredde del solito.

Quest’estate in Europa tra  Giugno e Luglio abbiamo avuto due ondate di calore, con picchi record oltre i 46° C registrati in francia il 28 Giugno. In Sud America la foresta amazzonica ha subito  gravi danni per gli incendi quest’anno registrando  la più alta temperatura dal 2010.

L’OMM collega chiaramente le temperature record registrate negli ultimi dieci anni alle emissioni continue di gas a effetto serra. Esse come ben sapete derivano da attività umane come guidare automobili, abbattere le foreste e bruciare carbone per produrre energia

Aumento delle temperature, le cause

La spietata legge dell’economia, del super guadagno,  la corsa alla produzione di utili aziendali senza alcun ritegno e senza alcun rispetto dell’ambiente sono una pratica quotidiana con effetti deleteri anche sulla salute dell’uomo.

Le emissioni inquinanti provengono anche  dai servizi e tecnologie che usiamo giornalmente: per esempio quando preferiamo spostarci in macchina o accendiamo gli impianti che regolano la temperatura e l’umidità  nelle nostre case..

L’aumento delle temperature provoca effetti e disastri naturali: incremento del livello del mare, scioglimento e/o riduzioni dei ghiacciai e delle calotte polari, erosione delle regioni costiere e inondazioni,  addirittura siccità e disastri ecologici di ogni natura. Tutti fenomeni denunciati da volenterosi scienziati, da mass media sensibili al problema e da tante associazioni ambientaliste  e movimenti spontanei di liberi cittadini.

Cambiamenti climatici quali sono le soluzioni sul tavolo?

La rivista scientifica Nature ha più volte denunciato il problema ed ha valutato anche che il contenimento della temperatura entro gli 1,5° Celsius previsti dagli accordi Internazionali di Parigi, porterebbe al risparmio di circa 20mila miliardi di dollari che potrebbero essere investiti in altre attività socio-economiche.

Serve una rivoluzione culturale nel nostro sistema economico per la produzione di energia, di cibo e anche un miglioramento delle tecnologie sui mezzi di trasporto e sui processi produttivi, sullo smaltimento dei rifiuti. Una politica insomma che dia una maggiore attenzione all’ambiente e, soprattutto, alla riduzione  dell’emissione di sostanze nocive in atmosfera.

Occorrono scelte politiche coraggiose, non chiacchiere o mere dichiarazioni e accordi che restano sulla carta; sono necessari nuovi piani economici che mettano al centro di ogni azione il rispetto dell’ambiente e la riduzione a zero delle immissioni in atmosfera.

Per questo i giovani si sono mobilitati a livello mondiale e protestano ogni venerdì: l’ideatrice del movimento è stata la giovanissima Greta Thunberg. I giovani rivendicano il proprio buon diritto ad un futuro che non alteri il clima e la qualità della vita.

Dalle nuove generazioni parte un’azione spontanea per sensibilizzare le autorità responsabili alla soluzione del problema del climate change.

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Foto tratta da Pixabay

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Autore dell'articolo: Marco Vittoria