Da decenni l’uomo utilizza i cani per tantissime mansioni, specialmente con l’ausilio del loro grande olfatto. Con uno specifico training, i cani anti-covid sostituiranno i tamponi molecolari.
I cani e l’olfatto
Tutti i canidi hanno un olfatto sviluppatissimo, ragion per cui vengono utilizzati per la diagnostica olfattiva. Quando respiriamo, attiviamo 5 milioni di recettori, contro i 220 milioni del cane. I nostri amici a quattro zampe hanno un numero di cellule nervose olfattive 40 volte superiore all’uomo Proprio grazie a queste capacità, sono in grado di identificare odori vecchi anche di sei settimane e memorizzano perfettamente un odore, tant’é che possono discriminarlo tra odori simili anche dopo 3 anni.
Questo senso si sviluppa fin dalla nascita. I cuccioli non riescono a trovare la madre con gli occhi che sono chiusi, ed utilizzano il naso. Una nuova ricerca sui cani, potrebbe sostituire i nostri amici a 4 zampe ai tamponi, negli screening veloci. (entrata di un cinema, stadio, discoteca etc)
Cani anti-Covid sostituiranno i tamponi molecolari
I ricercatori hanno trovato il metodo per insegnare all’animale, a distinguere un soggetto positivo al covid-19. Il cane, dopo un “imprinting” di un mese, impara a distinguere campioni di sudore positivi da campioni negativi. Quando sente l’odore , si siede ed indica all’addestratore di aver fiutato un soggetto positivo. Le prime prove, con sette cani tra cui labrador retriever, bracchi e meticci, fanno ben sperare. Durante una dimostrazione alla Facoltà di Medicina ad Ancona, i labrador Aki (4 mesi) e Wave (12 mesi) hanno scovato, sedendosi, quelli in possesso di provette con campioni Covid-positivi. Il cane percepisce l’intero addestramento come un gioco e come ricompensa ci sono dei premi alimentari.
Un esperimento di questo tipo, era giá stato fatto in una scuola di Bolzano, ma gli animali non avevano affrontato un lungo addestramento di questo tipo.
Prima di avere il ‘”valore” di tampone, precisa la coordinatrice del progetto «C19-Screendog», Maria Rita Rippo, docente Univpm, presidente del corso di laurea in infermieristica sede di Macerata, dichiara saranno necessari test su un migliaio di persone e il confronto con il rispettivo test molecolare, per confermarne l’attendibilità.
Promotori della ricerca sono: L’università politecnica delle Marche in collaborazione con l’Area Vasta 3 di Macerata e l’Università di Camerino. Hanno partecipato anche le associazioni cinofile Progetto Serena Onlus Asd, Semplicemente cane e Cluana Dog.