Depressione e merendine cibo ultra processato, sono collegati?

Depressione e merendine cibo ultra processato, sono collegati?

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Uno studio su depressione e cibo ultra processato

Arriva dall’Australia uno studio su larga scala che mostra come le persone che consumano un’alta percentuale di alimenti ultra processati presentino un rischio significativamente maggiore di depressione, rispetto a coloro che ne consumano meno. Lo studio si trova pubblicato sul Journal of Affective Disorders.

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Il dato è sicuramente da tenere in considerazione visto che il consumo di questa tipologia di alimenti è aumentato rapidamente negli ultimi decenni. Addirittura gli alimenti ultra processati rappresentano quasi il 60% della dieta della maggior parte degli adulti negli Stati Uniti.

Quasi tutto ciò che mangiamo viene processato o elaborato. Il cibo ultra processato è prodotto industrialmente e contiene ingredienti che non si trovano nella cucina di casa. È progettato per essere “altamente redditizio (ingredienti a basso costo, lunga durata di conservazione, marchio enfatico), conveniente (pronto per il consumo) e iper-appetitoso”.

La classificazione NOVA classifica gli alimenti in base all’entità e allo scopo della trasformazione industriale in quattro categorie, dalla meno elaborata alla più elaborata. Gli alimenti ultra processati costituiscono il gruppo quattro. Sono descritti come “formulazioni industriali tipicamente con cinque o più e solitamente molti ingredienti, […] [che] spesso includono quelli utilizzati anche negli alimenti trasformati, come zucchero, oli, grassi , sale, antiossidanti, stabilizzanti e conservanti”.

Questo ultimo lavoro di ricerca australiano ha esaminato 15 anni di dati di oltre 23.000 persone basandosi sul Melbourne Collaborative Cohort Study. Questo studio è un sondaggio che va ad esaminare l’effetto della dieta e dello stile di vita sul rischio di malattie croniche.

All’inizio, nessuno dei partecipanti stava assumendo farmaci per depressione o ansia.

I ricercatori hanno diviso la coorte in quartili in base alla percentuale di apporto energetico proveniente da cibo ultra processato. Poi hanno inserito le caratteristiche sociodemografiche, lo stile di vita e i comportamenti relativi alla salute. Alla fine i risultati dicono che i soggetti con un consumo più alto di alimenti ultra processati avevano il 23% di probabilità in più di mostrare “elevato disagio psicologico”. Quest’ultimo è un marker per la depressione.

Come il cibo ultra processato indurrebbe una condizione depressiva?

Gli alimenti ultra processati sono generalmente ricchi di carboidrati e grassi saturi, ma risultano poveri di proteine ​​e fibre.

È probabile che queste caratteristiche intrinseche all’alimento aumentino l’infiammazione. Ed è proprio quest’ultima a risultare in qualche modo collegata alla depressione e ad altri problemi di salute mentale.

Non solo, ma i cibi in questione sono spesso a basso contenuto di micronutrienti, come vitamine B12, vitamina D, vitamina E, niacina, piridossina, rame, ferro, fosforo, magnesio, selenio e zinco. Sappiamo bene come ad esempio vitamina D, vitamine del gruppo B ed amminoacidi essenziali aiutino a prevenire sintomi depressivi. Ciò avviene attraverso diversi meccanismi come la riduzione dell’infiammazione, il minor danno ossidativo, il miglioramento del microbiota intestinale.

Quindi, tutti questi fattori possono avere un impatto sulla salute mentale.

Sempre più ricerche stanno dimostrando l’effetto dell’alimentazione non solo sulla salute fisica, ma anche mentale. Una dieta sana, come la dieta mediterranea, è associata a un ridotto rischio di depressione.

Al contrario, una dieta meno salutare, o una tipica dieta occidentale ricca di alimenti ultra processati, è collegata al declino cognitivo e a problemi di salute mentale, come la depressione.

Fonte: Ultra-processed foods may increase depression risk, long-term study shows

 

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Autore dell'articolo: Eliana Pellegrino