Il 114 contro il bullismo e una nuova legge. Novità importanti per quel che concerne le molestie su adolescenti e di baby gang
Tra le novità più importanti dunque c’è il 114 contro il bullismo, un numero verde dedicato alle vittime; con esso anche un inasprimento della legge.
Il bullismo, ricordiamo, è una forma di comportamento sociale di tipo violento e intenzionale, di natura sia fisica che psicologica, oppressivo e vessatorio, ripetuto nel corso del tempo.
Inoltre esso è attuato nei confronti di persone considerate dal soggetto che perpetra l’atto in questione, come bersagli facili e/o incapaci di difendersi.
Il 114 contro il bullismo è un aiuto importante ma anche le novità sulla legge possono venire incontro alle vittime e alle loro famiglie
Il testo di legge infatti approderà alla Camera lunedì, intanto la Commissione Giustizia ha dato l’ok a un emendamento che prevede:
Il ragazzo che compie atti di bullismo e che non modifica i propri comportamenti dopo un percorso di rieducazione, potrebbe essere allontanato dalla famiglia.
Il Tribunale dei minori può affidarlo a una casa famiglia se la permanenza con i genitori risulta controproducente alla sua rieducazione.
Nel testo inoltre è stabilita una parte penale relativa ai maggiorenni che accomuna il bullismo allo stalking secondo quanto stabilito dall’art. 12 bis del codice penale.
Sicuramente molto interessante è il risvolto educativo della nuova legge contro il bullismo
Al suo interno dunque si precisa che la scuola, e non solo, possa denunciare fenomeni di violenza e abusi al Procuratore.
Spetterà a quest’ultimo rivolgersi poi al Tribunale dei Minori che apre quindi un procedimento in cui stabilisce “gli obiettivi” di un percorso di rieducazione del “bullo”.
Invece, per quel che concerne il “progetto” rieducativo, a decidere saranno gli assistenti sociale insieme alle famiglie del ragazzo/a.
Concluso il “progetto”, e “comunque con scadenza annuale”, il servizio sociale “trasmette al Tribunale per i minorenni una relazione che illustra il percorso e gli esiti dell’intervento”.
Il Tribunale a sua volta, sulla base degli esiti del progetto può:
- Dichiarare concluso il percorso rieducativo;
- Proseguire il percorso e il progetto;
- Disporre l’affidamento del minorenne ai servizi sociali;
- Oppure “disporre il collocamento del minorenne in una comunità, qualora gli interventi previsti dai numeri precedenti appaiano inadeguati”.