Il presidente di “Fondazione Carolina” va all’attacco dei principali social, rei di non provvedere al divieto Whatsapp a chi non ha ancora compiuto 16 anni.
I social network sono diventati parte della nostra vita. Questo vale non solo per gli adulti, ma soprattutto per i più piccoli. Da ciò derivano ulteriori rischi, non solo per l’impatto sociale ma in particolare anche per la sicurezza personale. È il caso dell’azione di bulli o pedofili. Come accaduto a Lodi, in cui un tale di 48 anni, faceva credere di essere una ragazzina; arrivando a compiere atti spregevoli su piccole tra i 10 e i 14 anni. Ciò è avvenuto con la creazione di questo profilo fake, che ha portato a continui abusi, per circa tre anni.
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Divieto Whatsapp ai minori di 16 anni
Tutto ciò ha spinto la “Fondazione Carolina” a chiedere alle autorità e ai principali social di provvedere ad avere attenzione a riguardo. L’organizzazione porta il nome di Carolina Picchio, una bambina di Novara di 14 anni morta suicida dopo aver subito violenti attacchi e insulti online .
Il numero uno dell’associazione, nonché padre della ragazza, Paolo Picchio, ha riferito che i fatti avvenuti nel capoluogo lombardo devono spingere le grandi realtà a capo dei social network a prestare più attenzione; affermando che l’età minima per utilizzare WhatsApp dovrebbe essere di 16 anni, come avviene in alcune nazioni dell’UE.
Il presidente si scaglia contro i giganti a capo di tutte queste piattaforme, che non fanno abbastanza per limitare i numerosi account falsi sparsi sulla rete; senza dimenticare le colpe dei genitori, che il più delle volte consentono ai propri figli, anche a quelli sotto i 14 anni, di entrare a far parte di questo mondo.
Allo stesso modo un grave problema è rappresentato dal cyberbullismo; con l’associazione che supporta costantemente le scuole di tutta italia per salvaguardare il benessere e la sicurezza dei ragazzi vittime di schermaglie eseguite dai propri coetanei.
Fonte Immagine in evidenza www.diregiovani.it