Il Cybercrime in Italia

Il Cybercrime in Italia ed il decalogo “Cybersecurity”

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Il Cybercrime in Italia ed il decalogo “Cybersecurity”🔒. Secondo il Global Economic Crime and Fraud Survey di PwC, è la categoria di frode più diffusa in Italia‼😢

Il Cybercrime in Italia, negli ultimi due anni, ha superato anche l’appropriazione indebita (42%) e le frodi perpetrate dai consumatori (32%). Tra le organizzazioni vittime di un attacco, il 45% ha dichiarato di aver subito un’offensiva informatica. L’uso della tecnologia difensiva, in Italia, non è così tanto diffuso: solo il 44% delle organizzazioni effettua un monitoraggio continuo, mentre il 25% svolge attività di prevenzione.

Il Cybercrime in Italia: le minacce oltre a colpire le aziende mettono a rischio la sicurezza dell’utente medio; infatti potrebbe essere oggetto di una potenziale campagna terroristica realizzata tramite social network

In materia di cybercrime Arturo Di Corinto, direttore della comunicazione del Laboratorio Nazionale di Cybersecurity, ha parlato di Cybersecurity definendola come:

quell’insieme di tecnologie, programmi e processi che hanno il ‘compito’ di proteggere i computer e le reti informatiche da qualsiasi tipo di attacco esterno.

Ciò che, secondo lui, risulta essere più dannoso è proprio l’utilizzo dei social network:

In Linkedin esistono le Honey Traps ovvero le ‘Trappole di Miele: c’è la possibilità che finti manager cinesi contattino un utente, offrendogli di tutto per portarlo nei loro servizi segreti.

Tutto ciò, ovviamente, se hanno qualcosa da dare in cambio, come nei casi di professori o ricercatori universitari.

Su Instagram, invece, è presente l’Isis con tutti i suoi seguaci, che inviano messaggi e fanno proselitismo.

Sui gruppi Whatsapp e sui canali Telegram è pieno di utenti che fanno propaganda sia in funzione terroristica, sia politico-comportamentale durante le elezioni.

Twitter, infine, è devastata dai finti profili.

E’ una consapevolezza comune: prima sembrava che li utilizzassero solo i russi, ora anche iraniani ed arabo-sauditi.

Almeno il 20% dei profili, poi, sono fasulli.

Il Cybercrime in Italia ed i social network

Fra i social, comunque, quello più a rischio è Facebook; ciò perché è stato pensato per una platea di consumatori di cui vendere l’attenzione agli investitori pubblicitari.

Molti, poi, trovano utile usare i social per svago e per lavoro, tuttavia troppe interazioni sono solo conflittuali.

E mi chiederei, inoltre, quante vere amicizie abbiamo costruito su Facebook e quanti abbiano trovato lavoro grazie a Linkedin.

Il mio consiglio? Staccarsi dai social, perché non serve a niente. Questa dipendenza fa leva sulle caratteristiche psicologiche del nostro comportamento, perché noi siamo vulnerabili.

Quando siamo online siamo appagati dai like, dai commenti e dalle condivisioni perché attivano i circuiti della gratificazione chimico-biologica.

Lo smartphone, poi, viene toccato di media 2600 volte al giorno: è come se fossimo ‘drogati’ di informazioni, anche quando queste non hanno nulla di utile nei contenuti.

Il nostro è un disperato tentativo di contare qualcosa, di dimostrare che siamo vivi in un mondo dove le gerarchie sociali sono quelle che sono.

Decalogo della Cybersecurity:

  1. Staccarsi dai social network: iscrivendosi, infatti, si rinuncia ad un diritto fondamentale come quello della Privacy;
  2. Non aprire mai una email proveniente da un indirizzo sconosciuto;
  3. Vietato cliccare mai su un link poco affidabile;
  4. Non aprire mai un allegato che non ci si aspettava di ricevere;
  5. Installare sul proprio dispositivo un buon antivirus;
  6. Fare un copia di back-up e salvarla su hard disk esterno, che sia scollegato dalla rete Internet domestica;
  7. Navigare su siti Internet sicuri;
  8. Non utilizzare sistemi di Cloud poco sicuri;
  9. Usare, per la sicurezza del dispositivo, servizi a pagamento e non gratuiti, che possono vendere dati personali ad enti terzi;
  10. Assicurarsi che i sistemi come Windows, iOS o tutti quelli basati sul modello Linux siano aggiornati e, quindi, meno vulnerabili agli attacchi.
 

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Autore dell'articolo: Francesca DI Giuseppe

Francesca Di Giuseppe, nata a Pescara il 27 ottobre 1979, giornalista e titolare del blog Postcalcium.it. Il mio diario online dove racconto e parlo a mio della mia passione primaria: il calcio Laureata in Scienze Politiche presso l’Università degli Studi di Teramo con una tesi dedicata al calcio femminile. Parlare di calcio è il mezzo che ho per assecondare un’altra passione: la scrittura che mi porta ad avere collaborazioni con diverse testate giornalistiche regionali e nazionali.