L’inquinamento atmosferico è uno dei problemi più seri dei nostri giorni, sempre sulla bocca di tutti.
Non è una moda, anzi, ormai è diventata una necessità combattere con ogni mezzo: tecnico, giuridico ed amministrativo l’inquinamento atmosferico.
Quando si arriva in questi periodi le città più grandi prendono provvedimenti drastici per limitare l’inquinamento atmosferico.
Ne è un esempio la famosa diffusa nebbiolina, che attraverso microparticelle attenta all’integrità dei polmoni ed alla salute dell’umanità.
Come è triste vedere interi agglomerati urbani avvolti in una fitta nebbia che non ha le caratteristiche naturali di un clima normale, ma è frutto della mano dell’uomo.
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Inquinamento atmosferico: le cause
Quali le cause?
Tante, ad iniziare dagli impianti di riscaldamento delle diverse unità immobiliari, fino ad arrivare ai numerosi processi industriali ed artigianali che rilasciano nell’aria residui, spesso non controllati.
Lo sviluppo industriale, è vero, è una componente necessaria per la società.
Sia sotto il profilo delle primarie necessità umane che per lo sviluppo economico e dell’occupazione necessarie per l’intera società.
E’ pur vero però, che accanto allo sviluppo industriale, occorre coniugare anche il rispetto dell’ambiente e, quindi, dell’atmosfera.
I livelli di immissione di micro polveri in atmosfera, troppo spesso superano i valori sopra della soglia dei 50 mcg/mc indicata dalla Commissione europea come soglia d’attenzione per la salute.
Una idonea distribuzione di centraline di controllo sul territorio giova al relativo controllo.
La registrazione e l’elaborazione dei relativi dati contribuiscono ad adottare idonei provvedimenti.
Inquinamento atmosferico: le contromisure
Molti Comuni (vedi Torino, Milano, Lucca) e Regioni (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna) hanno adottato ordinanze sulla circolazione delle auto.
Queste ultime infatti sono fra i principali fattori che contribuiscono all’immissione di benzene ed altre sostanze tossiche nell’ambiente.
L’Italia è fra i paesi europei che ha una grande presenza di aree a rischio, medio ed alto, con ondate di calore che incidono sul tradizionale clima locale e ne variano le caratteristiche.
Il tutto dovuto allo smog.
Ciò risulta anche dal Rapporto sull’inquinamento dell’Agenzia dell’Ue per l’ambiente (EEA) che mette in relazione indicatori sulla salute, ambientali e socio-demografici.
L’Italia è soggetta a tre tipi di inquinamento atmosferico: da particolato, biossido di azoto e ozono, concentrati in molte aree metropolitane.
I settori economici che contribuiscono a favorire l’inquinamento dell’aria sono:
- industria (13%)
- trasporti (24%)
- agricoltura (12%)
- risorse naturali (5%)
- altre fonti non precisabili (16%)
Sembra strano, ma il record è detenuto dagli scarichi derivanti dagli impianti di riscaldamento degli appartamenti (30%).
Un ultimo messaggio è stato lanciato dalle Organizzazioni dei Coltivatori.
Variazioni climatiche derivanti da smog e inquinamento causano una diminuzione dei prodotti agricoli sia sotto il profilo qualitativo che quantitativo.
Avviene così una sorta di attentato alla salute pubblica.
Si augura e si auspica maggiori investimenti nella tutela dell’ambiente.
E si auspica che sia a livello preventivo (attento controllo di nuovi progetti di insediamento) che a livello manutentivo dell’impiantistica esistente in ogni settore.
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