Nuova frontiera della scienza: si studiano le proprietà magnetiche di foglie e licheni che attirano polveri sottili inquinanti presenti nell’atmosfera
Roma, lì 17 agosto 2019 – I ricercatori stanno analizzando la relazione tra le proprietà magnetiche di foglie e licheni e la concentrazione di metalli pesanti.
L’inquinamento torna ad essere un argomento centrale che molti Enti stanno affrontando con differenti approcci; anche l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia in collaborazione con l’ARPA Lazio sta analizzando il problema. Al vaglio dell’INGV la relazione tra i licheni e la concentrazione di metalli pesanti.
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Le proprietà magnetiche di foglie e licheni contribuiscono a studiare e, quindi, rilevare informazioni utili sull’accumulo e sulla composizione delle polveri sottili. In particolare si è evidenziata la relazione tra le proprietà magnetiche dei licheni e la concentrazione di metalli pesanti rilevati in una zona fortemente antropizzata della periferia est romana.
Licheni campionati a Roma
Ad attivarsi è stato un gruppo di ricercatori dell’INGV e dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Regione Lazio; dunque, gli esperti hanno analizzato i licheni campionati in una zona di Roma caratterizzata da diverse fonti di inquinamento atmosferico. Lo studio, pubblicato sulla rivista Science of the Total Environment, ha enfatizzato il potere dei licheni come recettori e accumulatori di polveri sottili.
Le poveri sottili in atmosfera
Aldo Winkler, tecnologo dell’INGV, spiega:
“Le polveri sottili sono costituite da sostanze micrometriche sospese in aria, presenti in atmosfera per cause naturali o antropiche. Di solito, quando si parla di particolato sottile, ci si riferisce al cosiddetto PM10, costituito da particelle dal diametro uguale o inferiore a 10 millesimi di millimetro. Oggi si presta attenzione a polveri di dimensioni ancora minori, il PM2.5, e persino nanometriche, le più pericolose. In questo studio sono stati analizzati licheni autoctoni e trapiantati nella zona studiata interpretandoli come recettori e accumulatori di PM”.
Considerando il pesante impatto delle suddette particelle sulla salute e, quindi, il benessere della popolazione si sono diffuse molteplici metodologie innovative; così la ricerca e l’analisi sul PM passa anche per questo studio, complementari all’utilizzo delle centraline.
Ancora Aldo Winkler sul PM:
“Il PM può comprendere una frazione magnetica derivante da processi di combustione – per esempio nel caso di emissioni industriali e veicolari – e di abrasione, come per i freni e le rotaie. Il biomonitoraggio con metodi magnetici consiste nel considerare foglie e licheni come collettori di particolato atmosferico che ne modifica sensibilmente le proprietà magnetiche, fornendo così una rapida indicazione dell’inquinamento atmosferico da polveri sottili e consentendo la differenziazione tra PM derivante da sorgenti naturali da quello derivante da sorgenti antropiche.”
Metalli pesanti: rame, zinco, nichel, cromo e piombo
Conclude Aldo Winkler:
“Il confronto tra proprietà magnetiche, analisi chimiche e osservazioni al microscopio elettronico ha permesso di delineare, nei licheni campionati, l’importante accumulo di particolati magnetici micrometrici, a livello compositivo simili alla magnetite, legati alla presenza di metalli pesanti quali rame, zinco, nichel, cromo e piombo. Questi risultati ribadiscono l’elevato grado di antropizzazione della zona studiata, caratterizzata da molteplici sorgenti di inquinamento”.
In ambito urbano, focalizzando l’interesse sul traffico, è importante che le ricerche proseguono anche sulle misurazioni magnetiche ed i tratti funzionali delle foglie di leccio campionate in aree urbane soggette a intenso traffico veicolare.
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