Nell’ultima puntata del noto programma Mediaset Quarto Grado, Alessandra Viero e Gianluigi Nuzzi sono tornati ad occuparsi del caso di omicidio di Marco Vannini (20 anni al momento della morte). Il giovane venne ucciso a Ladispoli presso la villa dei suoceri e della fidanzata Martina Ciontoli. Un’intera famiglia a processo, per fare luce sulle dinamiche della morte del giovanissimo bagnino, che sognava di entrare nell’Arma dei Carabinieri. Ultimamente, Antonio Ciontoli (50) militare e padre di Martina, ha cercato di difendersi dall’accusa di avere ucciso suo genero. Sarebbe stato lui, infatti, ad aver premuto il grilletto che avrebbe colpito Marco ferendolo ad una spalla. Il Vannini, è bene precisare, si sarebbe potuto salvare se fosse stata avvertita subito un’ambulanza. Tornando a Ciontoli, cosa ha dichiarato di preciso in aula?
Marco Vannini: Antonio Ciontoli cerca di difendersi
Cerca di difendersi in tutti i modi Antonio Ciontoli, padre di Martina, fidanzata di Marco Vannini. L’uomo ha dichiarato in aula: “E’ chiaro che in quel momento ero preoccupato per tutto, ero preoccupato per il lavoro, per la stupidata che avevo fatto…”. Una preoccupazione molto forte quella di Antonio, tanto da indurlo a non chiamare l’ambulanza. Il militare si è però ‘giustificato’: “Io non volevo che l’ambulanza venisse, lo volevo portare personalmente al PIT, con la mia macchina”.
Alla domanda sul perché fosse stata in seguito chiamata l’ambulanza, il Ciontoli ha risposto in maniera un po’ confusa: “Perché visto che Federico aveva trovato lì il bossolo… non lo so… in quel momento ho detto di chiamarla e, vista l’insistenza di tutti, ho detto di chiamarla… continuavamo a dirmi di chiamare il 118, alla fine sono uscito, ho chiamato il 118…”. In seguito, il militare 50enne ha affermato di essere cosciente della ‘stupidaggine‘ (come la chiama lui) da lui fatta e di aver rovinato la vita ai famigliari del povero Marco: “Prima a Marina e a Valerio (i genitori di Marco Vannini nda) e poi a tante altre persone, tra cui i miei famigliari…”.