Condividi su:
MioDottore: consigli per godersi i piaceri della tavola. Nonostante la popolarità della tematica, sono ancora molti i dubbi e, i falsi miti che accompagnano le intolleranze alimentari. Per approfondire il tema e suggerire pratici accorgimenti da seguire per godersi senza compromessi i piaceri del buon cibo, Mio Dottore si è occupato di dare una risposta ad ampio raggio.
Le intolleranze alimentari, sono diventate, negli ultimi anni un problema serio che va ad annoverare un numero, sempre più crescente di persone. A confermarlo è MIO Dottore, la famosa piattaforma online leader in Italia e nel mondo. La stessa che è specializzata per la prenotazione di visite mediche è anche parte del gruppo DocPlanner. Da essi si evince come, il problema dell’intolleranza alimentare, riguarda la 48esima malattia più ricercata dagli italiani solo nell’anno 2018.
Nonostante le premesse, i dubbi sulla patologia sono ancora tanti. Ecco perché MIO Dottore, si occupa oggi, con l’aiuto di uno specialista, di dare consigli e sfatare qualche falso mito. Il tutto, al fine di godere dei piacere della tavola.
MioDottore coinvolge la dottoressa Mariolina Simeoli, una delle sue specialiste, nonché nutrizionista operante su Napoli e Caserta.
[adrotate banner=”37″]
MioDottore: consigli. Intolleranze alimentari e allergie: facciamo chiarezza
“Spesso si confondono le intolleranze alimentari con le allergie alimentari, tuttavia la differenza tra le due è notevole. Un’intolleranza alimentare è, infatti, una reazione avversa che l’organismo. Manifesta verso determinati alimenti e, diversamente dalle allergie alimentari, non „scatena” alcuna attivazione anomala del sistema immunitario con la conseguente risposta mediata da anticorpi. „L’intolleranza alimentare è meno «severa», ha una manifestazione graduale e spesso è proporzionale alla quantità di alimento ingerito. Più semplicemente potremmo definirla come una sorta di intossicazione o avvelenamento che può manifestarsi anche diverse ore dopo l’ingestione dell’alimento stesso”. MioDottore: consigli. Così afferma la dottoressa Mariolina Simeoli.
“Al contrario, nel caso specifico delle allergie, il meccanismo di risposta è molto più violento e veloce; la reazione allergica spazia, infatti, da una semplice orticaria ad uno shock anafilattico. I sintomi con cui l’intolleranza alimentare si manifesta possono essere molteplici (dolori addominali, gonfiori, flatulenza, diarrea, prurito, vomito, nausea, mal di stomaco e bruciori). Chiaramente questi sintomi da soli non ci permettono di affermare che siamo di fronte ad un’intolleranza alimentare; perché sono comuni a molte altre patologie” conclude la dottoressa.
L’intolleranza al lattosio e favismo, le più diffuse
“Tra le intolleranze alimentari quelle più comuni sono quelle enzimatiche; che sono dovute all’incapacità di metabolizzare alcuni componenti presenti nell’alimento a causa della carenza di un determinato enzima. Ma qual è quella più diffusa? L’intolleranza al lattosio è quella più comune. In questo caso la lattasi, l’enzima che serve per la digestione di latte e derivati, non è più in grado di «digerire» il lattosio. Non riesce più, quindi, a scinderlo in glucosio e galattosio. In questo caso, il latte non può essere assimilato dal nostro organismo” spiega la specialista.
“Un’altra intolleranza enzimatica abbastanza diffusa è il favismo e, se ne soffre, è necessario evitare totalmente l’assunzione di fave, piselli, verbena e di alcuni farmaci.
Inoltre, le intolleranze alimentari possono manifestarsi anche per la presenza in alcuni alimenti di sostanze ad attività farmacologica come l’istamina. Ma non è tutto: anche gli additivi alimentari, come gli esaltatori di sapidità, dolcificanti, conservanti, possono causare intolleranze”.
“Tenendo conto degli studi fatti fino ad ora, non possiamo parlare di predisposizione genetica alle intolleranze; così come non esiste una fascia di età o il sesso maggiormente colpito. L’intolleranza può manifestarsi in qualunque momento della nostra vita. Sicuramente ambiente, malattie, stress e alterazione del microbiota possono giocare un ruolo chiave. Uno stile di vita sano e equilibrato aiuta a mantenerci in salute” commenta la dottoressa Simeoli.
MioDottore: consigli, Prevenire le intolleranze alimentari: è possibile?
“Dal momento che l’intolleranza può insorgere in qualunque momento della vita e in modo naturale, non è possibile parlare di prevenzione. Un’alimentazione varia ed equilibrata è sicuramente il punto di partenza su cui lavorare per stare bene. Infatti, è importante prestare attenzione alla scelta di ciò che portiamo sulla nostra tavola. Oltre a ciò, dobbiamo dedicare a noi stessi del tempo, ritagliarci piccoli momenti e soprattutto rallentare i nostri ritmi. Dobbiamo ricominciare ad «assaporare» la vita” conclude l’esperta di MioDottore.
“Nonostante la loro diffusione, ad eccezione del test di intolleranza al lattosio e al glutine; non esistono esami e test con fondamento scientifico per rilevare le intolleranze alimentari. Come si procede, quindi? “Si lavora per step, partendo dal diario alimentare. Strumento essenziale in quanto permette di iniziare a condurre un’esclusione mirata degli alimenti; in cui il paziente scriverà, a seconda dell’alimento ingerito, se ci sono stati sintomi e la durata degli stessi” spiega la specialista di MioDottore
“I test validati scientificamente sono: il breath test per intolleranza al lattosio e fruttosio; gli esami genetici per favismo ed intolleranza all’alcool. Gli esami per l’intolleranza al glutine conosciuta anche come celiachia. Il breath test, in particolare, serve anche verificare il mancato assorbimento di altri zuccheri, come lattosio, xilosio, fruttosio o sorbitolo. Durante il test, viene somministrata al paziente una dose standardizzata di lattosio; successivamente si analizzano i gas espirati, ricercando i picchi di idrogeno, la cui presenza indica fermentazione intestinale del lattosio non digerito”.
Leggi anche, Tumore preoccupazione e salvezza: la prevenzione