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In arrivo importanti novità sul Reddito di Cittadinanza per divorziati, stranieri e lavoratori che presentano le dimissioni
Roma, lì 27/02/2019 – Con le ultime novità sul Reddito di Cittadinanza per divorziati, stranieri e dimissionari prende forma il provvedimento più atteso della Manovra Finanziaria.
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Le correzioni all’impostazione del Reddito di Cittadinanza percorrono spedite l’iter burocratico per rispettare il click day previsto il prossimo 06 Marzo. L’attenzione dei legislatori si è spostata sulla situazione dei divorziati, degli stranieri e dei dimissionari.
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Passate al vaglio del Senato, ora le modifiche al Reddito di Cittadinanza devono affrontare il passaggio alla Camera; considerando i tempi piuttosto brevi a disposizione del Governo Conte per dare seguito alla misura più attesa dagli italiani, c’è fiducia sull’approvazione.
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Novità sul Reddito di Cittadinanza per divorziati, stranieri e chi presenta dimissioni
“Nuovi” divorziati… verbalizzati dal 1 Settembre 2018
Nel corso degli anni la normativa per il divorzio ha avuto un’evoluzione favorevole alle coppie che vogliono prendere strade diverse; ma se il divorzio comporta il riconoscimento del Reddito di Cittadinanza sarà necessaria una verbalizzazione ufficiale. Infatti, se l’atto di separazione/divorzio, risale al 1 Settembre 2018 o ad una data successiva, il cambio di residenza dovrà essere certificato da un verbale della polizia locale.
Stranieri extra UE
Per poter ricevere il sostegno, gli stranieri, provenienti da Paesi fuori dall’Unione Europea, dovranno avvalersi di un’apposita certificazione. Quindi, tale documento dovrà:
- essere rilasciato dall’autorità competente nello Stato estero in lingua italiana;
- accertare la situazione patrimoniale del nucleo;
- infine, essere legalizzata dall’autorità consolare italiana.
Dunque, tutti i coloro che provengono da Stati extracomunitari dovranno disporre della loro situazione patrimoniale e reddituale rilasciata dal loro Paese; tradotta in italiano e timbrata dal consolato in Italia.
…in caso di dimissioni
La normativa esclude dal Reddito di Cittadinanza i lavoratori che presentano volontariamente le proprie dimissioni; dunque, anche in presenza di un “nucleo”, solo i dimissionari non beneficiano della misura a sostegno. Il periodo preso in considerazione è quello degli ultimi 12 mesi. Invece, nel caso di giusta causa si rientra nella casistica ammessa.
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