TikTok divieto America: mossa politica in vista delle elezioni?

TikTok divieto America: mossa politica in vista delle elezioni?

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Come tutti avrete sentito, Trump ha imposto a TikTok il divieto in America. Significa che gli utenti americani e gli influencer con centinaia di migliaia di seguaci, dovranno rinunciare all’app cinese che sta spopolando. In primis, il blocco sarà slittato al 27 settembre. Inizialmente, Trump aveva intenzione di bloccarla sin da subito, ma dalle trattative ha preferito slittare di una settimana. La motivazione principale data dal Presidente americano riguarda la sicurezza degli utenti americani. Tuttavia, non convince granché: ricordiamo che Trump un paio di anni fa ha bloccato Huawei, vietando alle aziende americane di intraprendere collaborazioni con il colosso cinese di smartphone. La motivazione data? La stessa: insomma, i servizi cinesi sono davvero così pericolosi come viene detto in giro?

Una serie di annunci arrivati nella tarda notte indicano che la mossa di Trump sia un strategia prettamente politica per migliorare il business delle infrastrutture cloud che sostengono il Presidente degli USA. Oracle, una società americana molto famosa, acquisirà il 20% di TikTok ed entrerà in borsa. Oracle, sarà responsabile di tutti i dati degli utenti americani per garantire un elevato livello di sicurezza nazionale. Considerando, invece, tutte le aziende americane che compreranno TikToK, esse avranno in totale il 53% delle azioni del noto social cinese.

TikTok divieto America: mossa politica o pericolo per la sicurezza?

Per molti osservatori, la vera preoccupazione per TikTok era che i proprietari cinesi dell’azienda potessero essere spinti da Pechino a manipolare il suo algoritmo per promuovere o sopprimere i contenuti. Le aziende in Cina sono tenute a seguire la legge sull’intelligence e sulla sicurezza del paese che impone la completa adesione a tutti gli ordini governativi per i dati.

C’è da considerare, però, che per l’appunto Trump ha ritardato il divieto di TikTok di una settimana. Se fossero veramente i problemi legati alla sicurezza a creare i problemi, il divieto sarebbe stato applicato il prima possibile. In questo modo, inoltre, i dati degli utenti passerebbero in mano agli americani, non lasciandoli arrivare al governo cinese.

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Autore dell'articolo: Francesco Menna

Mi chiamo Francesco, classe 96. Laureato in Ingegneria Meccanica e studente alla magistrale di Ingegneria Meccanica per l'Energia e l'Ambiente alla Federico II di Napoli. Passione sfrenata per tutto ciò che ha un motore e va veloce. Per info e collaborazioni inviare una mail a framenna96@gmail.com